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Benvenuto GroLiving Kyoto!

Finalmente dopo anni di sogni, sacrifici, frustrazioni, litigi e sconforto il nostro nuovo progetto ha visto la luce.

Durante questa intervista pre pandemia ( https://www.youtube.com/watch?v=6Yc97XAqvP0 ) alla domanda di Marcello Ascani su quali fossero i miei piani per il futuro dissi che avrei voluto aprire una seconda guesthouse su un terreno di proprietà della famiglia di mia moglie dove in quel momento si ergeva la “baracca”, una vecchia fabbrica di Tofu della nonna di Mayumi, disabitata da decenni, che io sistemai alla bene e meglio per poterla usare saltuariamente con gli amici nei miei primi anni giapponesi.

La “Baracca” vista da fuori

Alla dipartita della nonna infatti contattammo un paio di architetti e imprese di costruzioni e avviammo sulla carta il progetto di una guesthouse composta da 2 ampi appartamenti in stile tradizionale giapponese. Fortuna vuole che avemmo la sfortuna di incontrare le persone sbagliate sul nostro cammino e il progetto naufragò per ben 3 volte prima che ci rendessimo conto che forse un`altra  guesthouse per affitti brevi a Kyoto non solo non era necessaria alla comunità, ma non era più nemmeno ciò che volevamo veramente.

Questa cosa mi ha fatto ricordare quella famosa parabola cinese che adesso Vi propongo:

“C’era una volta, in un villaggio cinese, un vecchio contadino che viveva con suo figlio e un cavallo, che era la loro unica fonte di sostentamento.
Un giorno, il cavallo scappò lasciando l’uomo senza possibilità di lavorare la terra.
I suoi vicini accorsero da lui per mostrargli la loro solidarietà dicendosi dispiaciuti per l’accaduto.

Lui li ringraziò per la visita, ma domandò loro: “Come fate a sapere se ciò che mi è successo è un bene o un male per me? Chi lo sa!”
I vicini, perplessi dall’atteggiamento del vecchio contadino, andarono via.
Una settimana dopo, il cavallo ritornò alla stalla, accompagnato da una grande mandria di cavalli. Giunta la notizia agli abitanti del villaggio, questi tornarono a casa del contadino, congratulandosi con lui per la buona sorte.
“Prima avevi solo un cavallo ed ora ne hai molti, è una grande ricchezza. Che fortuna!”, dissero.

“Grazie per la visita e per la vostra solidarietà”, rispose lui, ma come fate a sapere che questo è un bene o un male per me?”

I vicini, ancora una volta rimasero sconcertati dalla risposta del vecchio contadino e se ne andarono via.
Qualche tempo dopo, il figlio del contadino, nel tentativo di addomesticare uno dei nuovi cavalli arrivati, cadde da cavallo rompendosi una gamba.
I vicini premurosi tornarono a far visita al contadino dimostrandosi molto dispiaciuti per la disgrazia.

L’uomo ringraziò per la visita e l’affetto di tutti e nuovamente domandò: “Come potete sapere se l’accaduto è una disgrazia per me? Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.”
Ancora una volta la frase del vecchio contadino lasciò tutti stupefatti e senza parole se ne andarono increduli.
Trascorsero alcuni mesi ed il Giappone dichiarò guerra alla Cina. Il governo inviò i propri emissari in tutto il paese alla ricerca di giovani in buona salute da inviare al fronte in battaglia. Arrivarono al villaggio e reclutarono tutti i giovani, eccetto il figlio del contadino che aveva la gamba rotta.
Nessuno dei ragazzi ritornò vivo. Il figlio del contadino invece guarì e i cavalli furono venduti procurando una buona rendita.
Il saggio contadino passò a visitare i suoi vicini per consolarli ed aiutarli, come loro si erano mostrati solidali con lui in ogni situazione.

Ogni volta che qualcuno di loro si lamentava, il saggio contadino diceva: “Come sai se questo è un male?”. Se qualcuno si rallegrava troppo, gli domandava: “Come sai se questo è un bene?”

Gli uomini di quel villaggio capirono allora l’insegnamento del saggio contadino che li esortava a non esaltarsi e a non lasciarsi abbattere dagli eventi, accogliendo sempre ciò che è, consapevoli del fatto che – al di là del bene e del male – tutto potrebbe rivelarsi diverso da come appare.

Nel frattempo infatti la concorrenza a Kyoto si era fatta sempre maggiore, nascevano appartamenti turistici in ogni dove e soprattutto io e Mayumi  durante una delle nostre  spedizioni alla ricerca della felicità scoprimmo finalmente Miyazaki e non ci volle molto prima che giungessimo entrambi alla conclusione che il nostro prossimo futuro le sarebbe appartenuto e che costruire l’ennesimo progetto per turisti a Kyoto sarebbe equivalso ad aggiungere un ulteriore grata alla gabbia dorata in cui CI sentiamo rinchiusi da anni e conseguentemente un altra barriera alla nostra idea attuale di felicità.

Per anni ho girato il mondo, sia con Mayumi che in solitudine. Sono stato turista, viaggiatore, nomade digitale e studente all`estero. Magari non ci si fa caso ma ognuna di queste tipologie di clienti ha esigenze differenti. Il viaggiatore, che si presume abbia più tempo che soldi, ha solitamente un budget più risicato rispetto al turista che invece viaggiando per periodi più brevi può permettersi di spendere di più se questo gli consente di ottimizzare il poco tempo a disposizione solitamente soggiornando in zone più centrali rispetto ai primi. Nomadi Digitali e studenti hanno tutt’altre necessità. Hanno bisogno di uno spazio dedicato dove poter svolgere il loro lavoro/studio in tranquillità ma oltre a questo sono alla ricerca di esperienze motivanti oltre che di un mero alloggio altrimenti niente batte casa propria o quella della mamma, che spesso e volentieri e` pure la stessa.

Io russo costantemente e la cosa Vi garantisco infastidisce più me che i malcapitati che hanno la sfortuna di dormirmi a fianco, ragion per cui,  come tutti i deficienti che si rispettino, durante il mio periodo in giro per il mondo ormai più di 10 anni fa, mi sono fatto  un auto diagnosi su google e sono partito per la Thailandia per farmi tagliare l`ugola, unica colpevole a mio avviso del mio disagio. (lo puoi leggere qui). Chiaramente non solo fu un insuccesso, altrimenti i dottori che ci stanno a fare, ma ho anche cominciato a russare più forte di prima! Oltre a questo sono un maniaco dell’ordine e odio che mi si usino le cose senza chiedere.

Mayumi invece e` maniaca della pulizia. Accetta il disordine (anzi, se non c`e` lo fa lei) ma non tollera lo sporco, soprattutto i peli pubici nelle docce comuni, un cult, e le gocce di pipì secche e ingiallite sulla tavoletta del cesso, non si sente a suo agio nel farsi vedere struccata e, passando molto tempo in bagno, non e` felicissima di condividerlo con estranei per via della possibilità che qualcuno possa bussare alla porta o  entrare subito dopo di lei.

Con queste premesse, potete capire che durante i nostri viaggi all`estero, la scelta degli alloggi e` spesso stata motivo di discussione. Personalmente in Australia dopo le prime notti in ostello e i conseguenti sguardi mattutini covi di rabbia al mio indirizzo ho comprato una macchina e ho cominciato a dormirci dentro per espiare i miei sensi di colpa.

Era un problema innanzitutto perché in Australia e` vietato farlo a meno che non si decida di pernottare negli appositi campeggi, cosa che io non potevo permettermi di fare così che logisticamente si e` sempre rivelato un problema parcheggiare la sera  in posizione strategica che fosse vicina al pub dove si ritrovavano gli amici, in posizione leggermente defilata dalla strada principale per far si che i rangers non ti notassero intimandoti di andartene da lì spesso e volentieri ubriaco e oltretutto non troppo distante nemmeno dai bagni pubblici. Insomma, un bel casino!

Verso la fine della nostra esperienza Australiana io e Mayumi abbiamo deciso di andare a convivere in una Share House. Si chiamava Happy House. Avevamo una stanza per noi mentre bagno, sala e cucina erano in condivisione. All’inizio tutto bello, festa ogni sera, tutti amici, insomma una figata! Poi torni dal lavoro stanco, apri il frigo e le tue birre sono magicamente sparite! Ti vuoi fare un’insalata e il tuo olio e` finito! Ti svegli presto per andare al lavoro e prima di poter cucinare devi lavare TUTTO ciò che i tuoi coinquilini hanno lasciato accatastato sul lavello la notte prima e se anche trovi qualcosa di apparentemente pulito lo rilavi lo stesso perché ti ricordi di aver visto qualcuno ciucciare un cucchiaio  sporco invece che lavarlo prima di metterlo nel cassetto! Tutto questo e` molto bello se hai 20 anni e sei di passaggio ma se devi stare mesi in un posto e magari anche concentrarti su un obiettivo in particolare, episodi del genere possono davvero infastidirti e rischiare di ritardare il tuo assetto zen e l`arte di non mandare tutti affanculo!

Ah, tra le varie cose che ti potevano capitare in Australia e` che i coinquilini lasciassero la porta aperta e ti trovassi un pitone in corridoio! Sciocchezze di poco conto insomma!

Negli anni a venire abbiamo poi soggiornato nelle più svariate località e tipologie di alloggi quali Hotels, Ostelli, Appartamenti turistici insomma ci siamo fatti un esperienza che si e` poi rivelata decisiva per quello che sarebbe stato in futuro il nostro lavoro e  quando abbiamo deciso di passare dall’altra parte della barricata e cominciare ad ospitare noi, abbiamo capito  l’importanza  del famoso discorso fatto da Steve Jobs  all’università di Stanford nel quale sottolinea l’importanza di unire i puntini solo guardando al passato.

“Non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire”.

Tutto questo preambolo per dire che, dopo aver avuto 3 esperienze negative nella costruzione dell’ennesima guesthouse, dopo aver parlato con svariati stranieri residenti all estero, e dopo una pandemia che di fatto ha velocizzato lo smart working e scavato dentro di noi abbiamo deciso di tornare alle origini e creare a Kyoto un altra cosa bella che prima non c’era. Se 8 anni fa infatti Sakura River Inn e` nato dall’esigenza di veicolare il turista straniero con un alloggio al 100% giapponese  rendendogli facile  ciò che fino a quel momento non lo era, ovvero la ricerca, la prenotazione e l’assistenza in loco, oggi questa esigenza non e` più essenziale, ma c`e` un nuovo filone scoperto, ovvero quello degli studenti e dei nomadi digitali. C`e` un vuoto da colmare che va dalle strutture ricettive a breve termine quindi una o due settimane al massimo agli affitti residenziali che hanno contratti di durata superiore ad 1 anno spesso accompagnati da richieste di garanzia assurde, quindi non solo noi abbiamo cercato di colmare questo gap ma lo abbiamo fatto nella maniera migliore possibile ovvero costruendo da zero l’alloggio in cui avremmo voluto soggiornare quando eravamo dalla parte dei nostri potenziali clienti quali nomadi digitali e studenti all estero.

Abbiamo creato GroLiving Kyoto, un edificio con al suo interno 5 mini appartamenti completi di tutto cio` che puo` servire per una permanenza che va dal mese all’anno, con al suo interno anche aree comuni dove i nostri clienti potranno rilassarsi, conversare ed accrescere la loro esperienza a Kyoto. Come se non bastasse, l’edificio si trova in centro città, a due passi dal Palazzo Imperiale e da uno degli accessi migliori al fiume Kamogawa. Il nostro progetto insomma si pone come obiettivo quello di offrire la privacy di un appartamento privato, la socialita` di un Ostello ed il comfort di un Hotel per valorizzare in maniera esponenziale quella che probabilmente verra` da loro ricordata “unendo i puntini” come la miglior esperienza della loro vita, da Viaggiatori a Viaggiatori!

Ma, lasciatemi dire, GroLiving Kyoto non è solo l’opzione migliore per uno studente in visita a Kyoto, e` anche un concentrato di esperienze maturate durante tutti i nostri viaggi passati e di tutte le ore spese nell’ambito della formazione e crescita personale che e` cio` a cui onestamente io tengo di più. Il nome GroLiving infatti deriva da Grow- Living dove Grow in inglese significa crescita e living vita, quindi una specie di vivere crescendo! Il nostro vero intento e` quello di instaurare nei nostri clienti i semi della consapevolezza, della curiosità, del minimalismo e di tutte quelle cose da noi apprese nei vent`anni passati fuori dalla famosa ruota del criceto che hanno fatto sì che diventassimo le persone che siamo oggi, e che se avessimo appreso prima, ci troveremmo ora in una posizione ancora più avanzata nel  nostro personale viaggio di crescita personale, pertanto come riportato nel quadro che ha orgogliosamente disegnato Mayumi nella hall, GroLiving non vuole essere  solo un nuovo modo di concepire la convivenza, ma e` soprattutto un acceleratore di esperienze mediante input che abbiamo disseminato qua e là per la struttura!

A Sinistra Wharol, a Destra Mayumi!

Chiaramente non siamo sicuri che questo funzionerà anche perché spesso e volentieri la capacità di fare e` inversamente proporzionale a quella di esporre pertanto riconosciamo di essere  carenti  dal lato espositivo e di promozione ma sentivamo dal profondo che questa cosa andava fatta e finalmente una volta avviata, si spera con successo, potremo voltare pagina e dedicarci ad un nuovo capitolo della nostra vita che sarà ambientato a Miyazaki dove, oltre ad un terreno in nostro possesso, abbiamo  in serbo altre bellissime idee  che adesso non ci sono ma tra qualche anno si!

P.S. Ho volutamente sorvolato sui problemi e le fasi di costruzione della palazzina altrimenti il post sarebbe venuto troppo lungo ma siccome e` un argomento che ritengo interessante prima o poi ci farò un post appropriato!

P.S. Se avete tempo da perdere potete andare sul nostro sito che con tanta fatica sto cercando di mettere in piedi http://www.groma.org e darci un parere a riguardo.

Un commento su “Benvenuto GroLiving Kyoto!

  1. Bellissimo. Complimenti! E’ bello avere un sogno e realizzarlo

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