
“Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non e` andato sprecato: è quello il posto in cui devono stare. E adesso metteteci le fondamenta.” Henry David Thoreau
Questa semplice massima ha auto nel tempo il potere di cambiare radicalmente il mio modo di pormi nei confronti dei sogni come solo un mantra sa fare.
Fu la citazione che in primis mi convinse a mollare tutto e partire alla ricerca della felicità e del mio posto nel mondo con il sogno più che obiettivo di trovare l`appezzamento di terreno fronte mare dove avrei costruito il mio chiringuito e per questo vissuto per sempre felice e contento. La trovai contenuta all`interno del libro di Rolf Potts “L`arte di vivere viaggiando” più di 15 anni fa e da allora non mi ha mai abbandonato. Chissà che emozioni susciterebbe in me oggi quel libro, mi viene spesso voglia di rileggerlo assieme a “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, il primo capace di farmi appassionare finalmente alla lettura come svago e non come noioso compito per casa. Sarei curioso di vedere se a distanza di quasi vent’anni e centinaia di nuovi libri letti nel frattempo sarebbero ancora capaci di suscitare in me le stesse emozioni di allora, ma siccome sono quasi sicuro che la risposta sia negativa preferisco non farlo e tenermi quell’idea ormai mistificata che mi sono fatto su di loro, un po come quando riguardo un film che reputavo bellissimo in gioventù ma che ora mi appare lento e scontato. Ecco per questi due libri, e forse solo per questi due che cosi tanto hanno rappresentato per me, non voglio che accada!
Sono sempre stato un mago nell’arte della visualizzazione, quella che da “The Secret” in poi sembrerebbe essere divenuta di moda grazie ai vari esperti di crescita personale che incitano i propri allievi ad avere una Visual Board il più dettagliata possibile ma che quando lo facevo io, a detta di familiari e professori, equivaleva ad avere la testa tra le nuvole, e in effetti io una vera e propria lavagna fisica non l’ho mai avuta, ma essendo avanti per quel periodo storico, tenevo tutto in cloud… ovvero nella mia testa, fra le nuvole, quindi tutto torna!
Il mio chiringuito sarebbe stato un po ‘così:

Locato in un paradiso tropicale dove fa sempre caldo, di forma circolare e con tetto in paglia a pochi metri da un mare cristallino posato su sabbia bianchissima e bellissime piante autoctone come palme e banani a delineare l`insenatura (tutta mia ovviamente).
La mia casa era poco lontana da lì.
Mentre il chiringuito era di per sé molto colorato lei invece era bianca, fatta a parallelepipedo, con ampie vetrate in sala e in camera da letto dalle quali vedere l’oceano ed uscire a piacimento per giocare col cane anch’esso bianco a tirargli il bastone sul bagnasciuga mentre mia moglie (non so chi ma bella, con dei lunghi capelli scuri, sicuramente non asiatica ma inspiegabilmente nemmeno di colore nonostante io avessi sempre avuto una predilezione per il genere ) preparava la cena e successivamente veniva fuori a chiamarmi con una lunga vestaglia bianca di lino! Tutto bianco insomma!
Col tempo poi le cose cambiano e realizzi che il detto “occhio a quello che desideri” non e` poi cosi sbagliato!
Innanzitutto partiamo dal paese… tropicale non e` solo sinonimo di caldo, (che poi, quanto caldo? Perché qui a Kyoto d’estate non si vive all`aperto!) ma anche di umido, afoso, stagione delle piogge, stagione dei tifoni, animali esagerati, rischio tsunami, in caso di paese tropicale povero possibile malasanità nonché criminalità, mentre in caso di paese tropicale ricco beh, ricordo che sono partito per l’Australia con un biglietto aereo pagato a rate … anche i sogni hanno un limite!
Il Chiringuito… il fatto che a quei tempi la mia vacanza ideale consistesse nel sorseggiare cocktail in Chiringuito come quello descritto sopra, cosa che peraltro avrò fatto si e no 5 volte in vita delle quali 4 non ho ricordi quindi forse l`ho fatto una volta sola perché soprattutto nei paesi più poveri del mondo se ne trovi uno che vende cocktail in spiaggia te li fa pagare più che in Italia ergo fuori budget per me non implica che gestirlo sia il mio lavoro ideale anche perché se sei un avventore e vieni circondato da ubriachi molesti te ne puoi semplicemente andare mentre se sei il boss hai il compito di cercare di mediare la situazione per il bene degli altri clienti e io queste cose le soffro molto, non penso avrei ne il coraggio ne l’autorevolezza necessarie in queste situazioni e quindi fanculo anche il Chiringuito!
La casa in riva al mare con ampie vetrate… bellissima, nei film! Delle ditate e della salsedine che ti costringeranno a passare il resto della vita a lavare i vetri che comunque non verranno mai puliti vogliamo parlarne? Che poi io spesso nonostante il grande lavoro fatto interiormente in questi ultimi anni sono ancora il tipo che se fuori c`e` un tramonto mozzafiato ma nel frattempo vedo un`impronta sul vetro mi concentro su quella non godendomi più il panorama finche non mi costringo ad alzarmi per pulire la ditata che nel frattempo non vedo piu` rischiando cosi di perdere il momento clou in cui il sole sparisce nel mare, che coglione! E poi, della sabbia che passerà per forza di cose anche attraverso le zanzariere costringendomi a tenere costantemente le vetrate chiuse non diciamo niente? E della gente che di sera ti vede dentro mentre tu a causa del buio non vedi fuori? E dei malintenzionati che se decidono di rapinarti tu sei da solo nella tua cavolo di insenatura senza vicini ai quali chiedere aiuto? E dei futuri figli che in età infantile apriranno di soppiatto le vetrate mentre tu stai cazzeggiando per noia sul tablet e andranno a giocare sul bagnasciuga con la possibilità di essere risucchiati da una risacca d`acqua facendoti logorare per sempre dai sensi di colpa?
Attento a ciò che desideri!
Detto ciò fortunatamente la vita ha deciso di non infierire sulle mie patologie ansiogene e premurosamente ha fatto in modo di tenermi ben distante dal mare per la maggior parte dei miei primi 40 anni di vita ponendomi di fatto al sicuro in bellissime gabbie dorate come Verona e Kyoto.
Ma io in gabbia non sono felice. Sopratutto se so di avere un mazzo di chiavi in tasca con la possibilta` che una di queste sia quella che apre la gabbia.
Per quanto mi sia sforzato nel tempo a farmi andare bene determinate cose a me piace il mare. Anzi, “A me basta il mare” parafrasando il titolo di un libro della mia amica e scrittrice Georgia Briata. Posso anche non vederlo o entrarci per giorni, d’altronde non so nemmeno nuotare, ma devo essergli vicino, respirare la salsedine e sentirne il suono delle onde che si infrangono sulla riva, l`unico capace di calmare i miei pensieri. Ho 40 anni passati, sono probabilmente di poco oltre il bel mezzo del cammin di nostra vita e l’ultimo tratto voglio farlo accanto a lui.
Non ho mai smesso di sognarlo da quando ho lasciato l`Australia, ma dapprima il lavoro che andava a gonfie vele, poi la nascita dei figli, insomma, per una serie di scuse che non reggono nemmeno mentre provo a rendermele credibili non ho mai avuto il coraggio di fare il grande passo e mollare tutto di nuovo. La verità e` che probabilmente avrei dovuto rimanere a Byron Bay quando ne avevo la possibilità ma rimuginare il passato non serve a nulla. Se sono quello che sono oggi e` anche grazie a questi anni di purgatorio. (Bella roba proprio!!)
Byron Bay in Australia e` uno dei miei due posti del cuore. Più volte in questi anni passati a Kyoto durante le mie crisi esistenziali ho contattato amici che ancora vivono la, consultato annunci di lavoro e valutato con Mayumi la possibilità di tornarci in pianta stabile ma sarebbe stato davvero un passo troppo lungo rispetto alla nostra gamba. Innanzitutto il lavoro con la Guesthouse andava a gonfie vele e non ce la sentivamo di mollare tutti quei soldi per ripartire da zero in un paese che nel frattempo si era fatto molto più restrittivo in fatto di leggi d’immigrazione e in una città diventata tra le più care del continente tanto da guadagnarsi l’appellativo di nuova Hollywood, e per noi sarebbe stato o Byron o niente, il resto del continente non era in considerazione. Senza contare che li saremmo stati entrambi immigrati senza nessun tipo di appoggio o vantaggio linguistico e distanti decine di ore d’aereo dalle rispettive famiglie quindi purtroppo il buon senso ha sempre messo a tacere cuore.
Ogni tanto però noi si partiva all`avanscoperta per spiagge a caso del Giappone ma niente aveva minimamente il fascino di Byron o di una qualsiasi località balneare Italiana complice il fatto che spesso attorno alle spiagge di qui mancano i servizi e le strutture che fanno si che una zona di mare sia spesso sinonimo di luogo di svago, strutture ricettive non ce ne sono, ombrelloni neanche a parlarne, il tratto di sabbia che divide l`oceano dalla strada e` spesso brevissimo e forse a causa della zona particolarmente sismica il cemento abbonda ovunque rovinando l`atmosfera che si potrebbe venire a creare.
Sulla nostra lista tra i vari posti blasonati come Okinawa, Amami, Shonan, Chiba e compagnia bella c`era pure Miyazaki, se il nome vi dice qualcosa e` solo perché lo associate a Hayao Miyazaki autore di alcuni dei cartoni animati più celebri al mondo come “Il mio vicino Totoro” o “Porco Rosso”, altrimenti anche qui in Giappone in pochi la conoscono e quasi nessuno l’ha mai visitata, forse e` l’equivalente di una città come Crotone, bellissima ma… chi cazzo ci va a Crotone?!! Io non ho mai sentito nessuno parlarne!
Mayumi pero` continuava a insistere perché la visitassimo, diceva che in molti la chiamano la Byron Bay giapponese per le sue spiagge surfabili, il suo stile di vita rilassato e il giusto mix di hippie, surfisti e stranieri. Diceva che e` uno dei pochi posti in Giappone dove la gente e` di larghe vedute e a conferma di ciò molti nostri amici giapponesi conosciuti a Byron una volta tornati a casa non sarebbero più stati in grado di reintegrarsi causa la rigidita` giapponese e si erano poi trasferiti lì aprendo qualcosa di loro, ma appunto causa la sua distanza da Kyoto per i miei primi sei anni in Giappone non ci siamo mai andati.
Un giorno la svolta…. non ricordo bene come ma su Youtube ho trovato questo video:
e` un video di surf ambientato a Miyazaki anche se la citta` non si vede per nulla ma i colori, le musiche, la grana nostalgica e la bravura del suo autore nel ricreare la particolare atmosfera del luogo hanno fatto sì che scattasse qualcosa dentro di me… Volevo assolutamente visitare Miyazaki!
Con la nascita del secondo figlio decidemmo di comprare una macchina più grande, una monovolume come la stragrande maggioranza delle famiglie qui. Era Luglio 2019.
Ad agosto di quell` anno presi dall’euforia dell’auto nuova decidemmo finalmente di fare un viaggio all`avventura come ai vecchi tempi australiani e fissammo come meta Miyazaki.

E` stata una folgorazione. Neanche il tempo di visitarla tutta e nel mio cuore non avevo più due posti preferiti al mondo ma 3! Nel giro dei successivi due anni siamo tornati 4 volte e già dalla prima ci siamo messi in moto per trovare un terreno da acquistare. Fortunatamente il Karma del viaggiatore ci ha messo in contatto già dal terzo giorno del nostro primo viaggio con una coppia che si e` poi rivelata determinante per l’acquisizione di un terreno che sulla carta non era in vendita ma di fatto ni.
Si trattava di 200 Tsubo, unità di misura giapponese. 1 Tsubo equivale a circa 3,3 metri quadrati quindi 200 tsubo sono circa 660 metri quadri, metratura ideale per il progetto che avevo in mente. Avviammo le trattative e l’agente immobiliare incaricato riuscì a far cambiare idea alle proprietarie che dapprima sembravano restie a vendere. Ottimo no? Purtroppo era la fine 2019 e di lì a poco arrivò la pandemia portandosi via tra le varie cose anche il nostro lavoro. A malincuore contattammo l`agente immobiliare spiegandogli che vista la crisi del nostro settore non ci sentavamo pronti a fare un passo di quella portata in un periodo di così alta instabilità, la trattativa si interruppe ma a nostra insaputa il terreno rimase sul mercato e un gruppo di amici del posto lo opziono`. Erano 3 famiglie dapprima decise a prenderlo tutto ma successivamente una delle tre se ne tiro` fuori e le altre due comprarono solo la meta` del terreno a disposizione per costruirci sopra le loro 2 case.
Appena saputa la notizia io e Mayumi presi dallo sgomento decidemmo di comprare il restante terreno dalla proprietaria che nel frattempo aveva di nuovo cambiato idea e non era più sicura di vendere la rimanenza. Sono stati due anni di attesa snervante più che di trattativa in quanto non si e` mai discusso su nulla. Nonostante avessimo acconsentito a tutte le loro richieste ci hanno messo 2 anni a mettere nero su bianco un accordo che fino ad una settimana fa era solo verbale, ma ora finalmente possiamo ufficialmente dirlo… Abbiamo il nostro terreno a due passi dal mare in un posto di cui siamo follemente innamorati!
Da quel giorno per noi è cominciata una vita nuova! Non sappiamo ancora quando riusciremo a trasferirci definitivamente a Miyazaki, ci sono molte cose da pianificare prima, innanzitutto vedere come si evolverà la situazione Corona in quanto non e` nostra intenzione mollare Sakura River Inn dopo anni di sudore spesi a farla diventare una delle Guesthouse più ambite di Kyoto su Airbnb, poi c`e` da avviare il progetto che mi ha impegnato per la maggiore in questi ultimi due anni e del quale sono veramente orgoglioso e di cui a breve parlerò anche qui sul blog e infine c`e` da decidere cosa fare del terreno. Il mio progetto iniziale prevedeva un mini villaggio per nomadi digitali ed ex viaggiatori in crisi come il sottoscritto, con chiosco annesso più casa nostra, ma con 100 Tsubo purtroppo dovremo rivedere qualcosa, non c’è spazio per tutto ma non demordiamo, stiamo già valutando delle alternative e nei miei sogni spero di potermi stabilire in pianta stabile già dal 2023!
“Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non e` andato sprecato: è quello il posto in cui devono stare. E adesso metteteci le fondamenta.” Henry David Thoreau
“Ma prima, assicuratevi la proprietà del terreno in cui le metterete.” Andrea il Saggio Grobberio