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I miei primi 40 anni

4EAA2DAB-AA34-43EE-A18C-213122BF9482_1_201_aCi sono frasi, momenti anche profumi della nostra infanzia che ci accompagnano per tutta la vita con immutata precisione nonostante lo scorrere del tempo. Particolari ai più irrilevanti che probabilmente solo noi ne serbiamo il ricordo.

“I miei primi 40 anni” pronunciato con enfasi da mia madre mentre con addosso una maglia nera, seduta a capotavola sulla panca in cucina della nostra vecchia casa si accingeva a soffiare le candeline della sua torta di compleanno e` una di queste.

Non so perche` mi e` sempre rimasta questa immagine. Di quella serata non ricordo altro. Non chi ci fosse, non come ando` a finire, niente di niente. Solo il suono della sua voce che pronuncia quella frase e l` immagine mentre si sporge dalla panca preparandosi al soffio.

Se la matematica non e` un opinione io di li a poco avrei compiuto 14 anni e in quel momento mai avrei pensato di arrivare anche io, 26 anni dopo, a pronunciare quella fatidica frase, non perché le mie aspettative di vita fossero  basse ma semplicemente perché uno dei vantaggi dell’esser giovani e` che non si pensa al futuro. Quello, almeno per me, era rappresentato dal prossimo compleanno, o la prossima Santa Lucia il che significava “regalo”. Tutto qui, queste erano le mie proiezioni sul futuro, regali.

E Invece eccomi qua. 40 anni suonati da pochi giorni. 40 anni suonati in Giappone tra l’altro, chi lo avrebbe detto.

Da piccolo vedevo i quarantenni come persone finite, non nel senso di spacciate, finite nel senso di complete, gia fatte, mature, senza problemi o fronzoli, insomma, i quarantenni per me, ma gia i trentenni a dire la verità erano “I grandi”. E chi mai pensava che anche i grandi potessero ancora avere problemi. Avevano gia una famiglia, un lavoro, una macchina.. erano a posto. Quanta ingenuità`.

C`e` da dire a discolpa del mio ragionamento che almeno al tempo in cui  ero piccolo io i grandi si atteggiavano da grandi, si vestivano da grandi, parlavano da grandi, portavano i capelli da grandi, non come i grandi di oggi che li scovi lontano un miglio che sono cresciuti solo all`anagrafe. Ma forse questo e` solamente un loop che si ripete, il 14 enne di oggi immagino vedra` i grandi come li vedevo io allora, solo io, che so come sono fatto adesso, riesco a sgamarli subito! Anzi anche no, ai miei tempi non c’erano i social sui quali anche un 40 enne poteva scrivere frasi che non ricordavo dai tempi della smemoranda. Semplicemente per un giovane di oggi e` normale che un grande non sia grande, mentre per me non lo era.

Essere un quarantenne oggi quindi e` completamente diverso da come me lo immaginavo quando nemmeno di anni ne avevo la meta` ma se devo essere sincero non sono particolarmente deluso. Certo, a differenza di quel che credevo io sono a tutt`oggi un cantiere a cielo aperto e per quanto io ce la metta tutta mi rendo sempre più conto che i lavori in questo  cantiere non finiranno mai. Per quanto io mi possa dannare moriro` comunque su uno scavatore mentre ancora tento di fare una buca, allargare un giardino o sistemare un qualcosa che prima mi piaceva e ora non mi piace piu… non sia mai che la morte mi colga a cantiere ultimato, non saprei che fare mentre la aspetto, morirei di noia!

Ecco diciamo che da piccolo pensavo idealmente che a quest’età il mio cantiere fosse gia bello che ultimato e che stessi passando il resto della mia vita a goderne i frutti con la  famiglia e invece la verità e` che ho da pochissimo imparato a manovrare alcuni strumenti e finalmente la gran parte dei lavori all’interno del cantiere li dirigo io anziché lavorare sul progetto di qualcun altro, certo ci sono voluti quarant`anni e il più delle volte i lavori non vanno come sperato perché scoppia una tubatura o piovono tegole dal cielo  ma direi che comunque non e` poco.

Sono completamente diverso da come mi immaginavo da bambino, pieno di paure nonostante i miei 40 anni, alcune vecchie mai superate e altre nuove trovate lungo il percorso, frutto di esperienze negative che prima non conoscevo o legate ad esperienze positive come la  creazione di un nuovo nucleo famigliare che tra le varie gioie porta con se anche angosce e frustrazioni sopratutto per ciò che potrebbe capitare ai propri figli indipendentemente da noi. Queste poi alcune notti, senza motivo, vengono a bussare alla tua porta sotto forma di variabili tanto apocalittiche quanto statisticamente improbabili con il risultato​ di non lasciarti chiudere occhio e ridurti  a uno straccio. Quando poi ci riesci  invece e` proprio tuo figlio che ti sveglia!

Una cosa che in me non e` cambiata quasi per nulla e` l’arte di sognare. Sono sempre con la testa rivolta al futuro, che non e` propriamente una bella cosa perché molte volte mi perdo bellissimi scorci di presente, sono pieno di sogni e progetti e fremo dalla voglia di realizzarli. Mi sento ancora molto giovanile tanto che quando parlo con un venticinquenne spesso mi sembra di avere davanti un coetaneo, davvero fatico a realizzare che lui o peggio lei possa pensare di interloquire con un “amico” dei suoi genitori!

A livello fisico invece un disastro… quel che speravo, come a tanti accade con avanzare dell’età,  era di riuscire col tempo ad alzarmi dal letto la mattina presto senza fatica e    godere anche io delle prime luci del mattino e invece, dannata prostata se non mi vieto di bere dopo le nove della sera, le prime luci del mattino lasciano il posto a quelle di corridoio e bagno e comincia cosi un odissea che fa si che la mattina io mi svegli ancora più spossato che un tempo! Dovrei solo riuscire a capire come posticipare l’ultima pisciata del mattino di almeno un ora. E` si perché le quattro e mezza e` proprio un orario pessimo, troppo presto per  provare a trattenerla ma troppo tardi per permettermi di riprendere un buon sonno ristoratore poi. Se riuscissi a posticiparla anche di un ora  soltanto avrei fatto bingo! Un po come i geni della Silicon Valley.  Rughe ed ematomi poi spuntano ad ogni dove per non parlare di reflusso, acidità, gastrite, insomma, anziché un uomo sono un rimasto un bambino dentro e un vecchio fuori! Mai una gioia.

Scherzi a parte in realtà sono molto contento di come sono o meglio del punto in cui sono   arrivato al compimento di questo traguardo, con tutte le mie paure ed impellenze fisiologiche! Il 31 Dicembre,  qui in Giappone e` consuetudine dirigersi al tempio più vicino  dove esprimere un desiderio propiziatorio  per l`anno che sta iniziando ed io, dopo averci pensato bene, ho realizzato che  la sensazione che mi ha pervaso maggiormente  e` stata  quella di assoluta gratitudine.  Non potrei chiedere di più, certo, un desiderio l`ho espresso, e ne ho mille altri ancora, lotto quotidianamente contro la mia mediocrità e quelli che considero i miei difetti ma di base va bene cosi, sta veramente andando tutto bene cosi, non ho nulla da rimproverarmi e nulla da desiderare se non che la sorte continui ad essermi lieve aspettando di tirare un altro bilancio allo scoccare dei miei secondi quaranta`anni.

3 commenti su “I miei primi 40 anni

  1. Gli anni non ti hanno cambiato per niente :D.

    Auguri molto posticipati.

    • Magari Antò, magari!! Mamma mia quanto tempo! Te come stai? Tutto bene? Che combini? Fammi sapere che son curioso!!

    • Tutto bene!
      Non ho ancora bambini, sono un cantiere aperto(per rubarti la metafora) mentre la mia metà sembra ben più solida.
      Il Lockdown mi ha dato molto tempo libero in cui pensare e poi all’improvviso nei feed sei riapparso tu e mi sono venute in mente tante cose belle :D.

      Siamo dinosauri della prima ondata di blog, quelli belli di splinder e windows live) o come cazzo si chiamasse.

      Mi ricordo ancora il post di quando lasciati il lavoro sicuro, ti rapasti a zero e…via! 😀
      Incredibilmente hai ancora il mitico van, solo che all’epoca ci stavi più largo.
      Adesso sei babbo! e lo spazio non basta più :P.

      Bello rileggerti.
      Sei sempre molto bravo a scrivere.
      Sempre appassionanti i tuoi post anche prima dell’Australia.

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