Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non è andato sprecato: è li che devono stare. E adesso metteteci le fondamenta.
Porto impressa nella mente questa frase di Henry David Thereau dalla prima volta che la lessi, verso agli inizi del 2007.
Avevo 27 anni e una vita considerata normale. Un buon lavoro, una bella macchina, soldi a sufficienza, insomma, sarei dovuto essere felice. Eppure tutto ciò sembrava non bastarmi più, anche le piccole trasgressioni con gli amici a base di alcool e droghe leggere, divenute ormai all’ordine del giorno, da tempo non riuscivano più ad emozionarmi come agli inizi. Era il momento di cambiare. Ho cercato di descrivere più volte questa sensazione tramite alcuni racconti come questo accorgendomi poi, a sei anni di distanza, che tale sensazione aveva un nome ed era descritta in maniera esemplare per semplicità e concisione da Igor Sibaldi esponente di questa magnifica tecnica che Vi invito ad ascoltare.
Da allora la mia vita è stata un susseguirsi di azioni apparentemente illogiche agli occhi dei più (me compreso) che non trovavano, e non trovano tutt’ora un riscontro sensato.
Probabilmente il motivo che più rispecchia il mio cammino di questi anni è descritto nel celebre romanzo autobiografico “Sulla strada” di Jack Keruac mentre avviene un citatissimo scambio di battute tra i due viaggiatori protagonisti, Jack e Neal: “…dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.” “Per andare dove?” “Non lo so, ma dobbiamo andare”.
Questa frase all’apparenza priva di significato riassume appieno le mie sensazioni! Al momento faccio cose, raccolgo esperienze delle quali ignoro il significato lasciandomi trasportare dal movente.
Tra le mie domande più ricorrenti: Sei felice? Sei appagato? Sei sazio di esperienze nuove?
Sono conscio ormai, ed anzi spero vivamente che la mia risposta sia sempre no! Una vita senza ricerca è una vita vuota. Il cambiamento è alla base della vita, positivo o negativo che sia. Una persona come me, allo stato attuale delle cose, ha bisogno di cambiare per sentirsi viva, pur sapendo di andare in peggio. La ricerca della felicità trova la sua felicità nella ricerca stessa come il fine del viaggio è proprio il viaggio e non la destinazione.
Da parecchio tempo sto maturando dentro di me la convinzione che molte di queste mie angosce se vogliamo, paure o considerazioni saranno spazzate via nel preciso istante in cui vedrà la luce il mio ipotetico figlio.
Penso che come è sempre stato fin’ora, si stia chiudendo un ciclo per me. Non ho mai smesso di fare cose perchè l’età o le situazioni lo imponessero ma semplicemente perchè non riuscivo più a trarne nulla di stimolante. Ho collezionato esperienze a sufficienza e sono pronto per il prossimo step. Uno step che fino a qualche anno fa non avevo mai preso nemmeno in considerazione, vivere la mia vita in funzione di qualcun’altro.
C’è chi mette al mondo un figlio con la stessa facilità con cui riesce a concludere un rapporto sessuale ma che ha il terrore di lasciare le proprie certezze per l’ignoto. Io sono l’esatto contrario. Se suonasse qualcuno alla mia porta in questo momento e mi proponesse di mollare tutto e partire per una spedizione in Guatemala non esiterei un istante, ma un figlio… mamma mia, e da che parte si comincia!!!
L’unica cosa di cui sono certo è che questo sistema non mi piace.
Non mi piace l’idea di dover mettere al mondo un figlio e vederlo solo nei ritagli di tempo.
Non mi piace l’idea che mio figlio passi più tempo, durante la sua infanzia, con i nonni piuttosto che con me.
Ho paura di riuscire a dedicare a mio figlio solo pochi e scarichi ritagli di tempo dopo una stressante giornata lavorativa.
Ho paura di non riuscire ad avere il tempo di conoscere mio figlio.
…. non ambisco ai soldi. Io voglio il tempo!
Quest’estate ho lavorato moltissimo. Io e mia moglie siamo riusciti a mettere da parte qualcosa per il futuro. Abbiamo fatto la vita delle formichine se vuoi, lavorando 7 giorni su 7 senza orari e senza soste ma l’abbiamo fatto con soddisfazione per raggiungere un obiettivo futuro molto pretenzioso, essere padroni del nostro tempo!
Personalmente lo faccio perchè ho paura. Ho paura di diventare come “X”, un amico con cui sto condividendo molto tempo in questo periodo, una persona dal potenziale enorme, per moltissimi versi di gran lunga migliore di me, portata a lavorare mediamente nove ore al giorno alle dipendenze di una persona che non gli piace per poter mantenere una famiglia che è costretto a vedere solo la domenica o qualche ora la sera prima di crollare esausto sul divano. E’ la vita direte voi, non ci si può fare nulla! Può darsi, ma la cosa che più spaventa il sottoscritto non è questo stile di vita, ma il condizionamento mentale a cui si è sottoposti in questa vita. “X” non arriva a stento a fine mese. Certo, non galleggia nell’oro, ma con qualche ora di straordinario in più, cibo, bollette e qualche piccolo sfizio per se e per i suoi figli non rappresentano certo un problema. La cosa che io davvero non riesco a concepire, è questa sua ricerca ossessiva del denaro atto a supplire qualche sua carenza tecnologica e fondamentalmente (a mio avviso) esistenziale. “Ah, se avessi mille euro in più, mi verrebbe quel bellissmo amplificatore!” “Ah, se solo potessi permettermi quell’orologio che si connette in wi fi col telefonino… potrei leggere i messaggi dal polso!!!”
“X” adora i suoi figli come poche persone al mondo, farebbe di tutto per loro! E pure i suoi sogni sono altri!
Come può questa società essere riuscita a farci desiderare cose che non c’erano, a discapito di cose reali come del tempo da trascorrere con le persone che si amano?
Semplice, rendendo mediamente di possibile realizzazione le prime ed impossibili le seconde. Per sognare qualcosa, un milionesimo di speranza che questa si realizzi ce la devi avere! Difficilmente sogna di vincere alla lotteria chi non ha nemmeno comprato un biglietto, mentre rimane forte la speranza in chi almeno un biglietto ce l’ha!
Un pò come nel caso di “X”! Lui sa, che risparmiando e lavorando, forse un giorno i soldi per l’amplificatore arriveranno, mentre se di fatto ai soldi preferisse il tempo, avrebbe vita ben più dura!
Ciao boss, sono “X”, sono cambiato e adesso conduco una vita spartana, preferisco il tempo al denaro. Pensa, riesco a mantenermi con 500 euro al mese. Posso lavorare ancora qui da Voi in maniera legale 3 giorni alla settimana, 4 ore al giorno?
mmmm … meglio che ti compri un biglietto della lotteria e continui a fare gli straordinari… c’è un sottocosto da expert per l’amplificatore che cercavi!!!
Qualche giorno fa una persona mi ha portato l’esempio del terremoto. Nella vita, come durante un terremoto, nulla succede a caso. Un terremoto sembra accada all’improvviso, ma non è così, è solo la diretta conseguenza di anni e anni di micro smottamenti a noi impercettibili, ma presenti in passato!
Così siamo noi, è la vita.
Se io non avessi sentito il richiamo della speciazione probabilmente non sarei sarei mai venuto a conoscenza di quella bellissima frase iniziale di Thereau che mi da forza nei periodi più bui della mia vita, trovata su un libro consigliatomi in un forum di viaggiatori “Tripaustralia”. Stesso dicasi per Jack Keruac e la sua opera “sulla strada”. Non sarei mai partito per l’Australia bensì per ‘l’Irlanda e non avrei mai incontrato la persona che spero possa diventare presto la madre dei miei figli. Non sarei probabilmente venuto a conoscenza nemmeno di Igor Sibaldi, suggeritomi da un ragazzo che mi ha contattato dopo aver letto qualche racconto del mio blog perchè interessato ad un esperienza australiana pure lui, (un pò come gli highlander che nel film con Christofer Lambert si “sentivano” e si riconoscevano a feeling. Nel nostro caso di viaggiatori non ci ammazziamo ma ci passiamo spunti spesso interessantissimi per il proseguo del nostro cammino spirituale).
In sostanza non so ancora dove sto andando e cosa sto facendo, ma sto lottando con tutte le mie forze per non rassegnarmi all’idea di dover vivere una vita nei tempi e nelle modalità che ha deciso qualcun altro.
A breve tornerò in Giappone, e farò di tutto per costruire un qualcosa che mi permetta di aver il tempo necessario per poter crescere i miei figli come meglio credo.
Non so ancora di preciso cosa, ma sento che il terremoto è vicino, ho smosso abbastanza terra sotto i miei piedi finora.
Ho finalmente un sogno, e mi appresto a metterci le fondamenta!!!
ti sei mai chiesto se tuo figlio preferisse non averti sempre tra i piedi? 🙂
Io quando i miei erano via a lavorare e stavo a casa da solo con i fratelli ero in paradiso. Poi tornavano e ci rimettevano in riga.
Medita… 🙂
Sarà che io invece quando ero piccolo ho sempre sperato che ameno una volta i miei genitori venissero a vedermi durante le mie recite o competizioni sportive ma non c’era mai nessuno! Questo ha spesso influito negativamente sulla mia determinazione ed autostima. Positivo invece il risvolto alle riunioni con i professori!!
E cmq io mi riferisco alla qualità del tempo speso assieme più che alla quantità… mica voglio essere onnipresente! Solo vorrei riuscire ad esserci con la testa ed avere le energie per giocare un pò con loro!
C’è poi una altro fattore che probabilmente affronterò in un nuovo post… se i miei figli mi vedranno fare quello che mi piace, di riflesso magari impareranno a lottare per i loro sogni, se mi vedranno subire inerme la vita come un automa ed accasciarmi sul divano a giornata finita posso raccontare loro ciò che voglio ma risulterò ai loro occhi sicuramente meno interessante nonostante il loro amore per me rimarrà sicuramente immutato.
Sono tutte teorie, è chiaro, però i piaceva l’idea di metterle nero su bianco!
Grande Jobbe, posso solo dirti di continuare così, essere te stesso e cercare con tutte le tue forze di vivere secondo le tue convinzioni, i tuoi ideali, i tuoi desideri e i tuoi sogni. Ogni persona che vivrà così, il giorno che lascerà la terra potrà dire: -“Comunque vada, ho sempre fatto quello che ho desiderato”. Posso solo augurarti di tutto cuore di trovare la strada che ti permetterà di poter condividere del tempo con tuo figlio/tua figlia, essendo presente per e con lui/lei al 100%. Pace, Uomo_Linux
Ciao Uomo Linux,
grazie dei tuoi sempre preziosi commenti/consigli.
In effetti non è facile riuscire a vivere così, per questo ho voluto mettere nero su bianco questa parte di me che sento adesso essere più viva che mai, per potermene ricordare in futuro, comunque vadano le cose.
Hai capito la speciazione..! bellarticolo cmq 😉
Grazie! La speciazione is the future!!!
Vedrai, è più facile di quanto pensi.
So che sei già “sulla buona strada” soltanto leggendo ciò che scrivi, e il fatto che tu te ne preoccupi (della qualità piuttosto che della quantità e della poca esperienza con i tuoi genitori) dimostra già che qualunque cosa accada sai cosa NON bisognerebbe fare e cosa VALORIZZARE nel rapporto padre/figlio (senza nulla togliere alla mamma, ovviamente! 😉 Solidarietà femminile!). Di conseguenza, imparando a crescere CON tuo figlio, saprai passetto dopo passetto i valori da infondergli.
…e da grande non potrà non stimare un uomo che ha raggiunto la propria “completezza” girando il mondo, facendogli scoprire paesi e insegnandogli cose. A presto, baci! Silvia
Ciao Silvia!
Che bello rileggerti! Spero tu stia bene…
Grazie per i complimenti, in effetti l’obiettivo è quello di viaggiare anche con mio figlio/figlia in futuro!
Sai, dicono che le cose importanti della vita non ci vengono raccontate, si imparano… sarebbe bello quindi impararle insieme… in silenzio… magari correndo su una spiaggia esotica o surfando la stessa onda!
Eh si, sono un inguaribile sognatore!!
Un bacione, in bocca al lupo per tutto!
Ciao Jobbe, bellissimo articolo condivido in pieno.
Grazie per il video, finalmente ho/abbiamo una teoria scientifica che ci spiega 🙂
Ah! una battuta stupidissima. Ma mi piace piazzarle quando gli argomenti sono seri.
Come si comincia? …. Dai che lo sai 😀