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Oops! I did it again!

On the road again! 2

Ebbene si, come cantava la mitica Britney Spears durante i suoi migliori anni ( Adoro Britney, non sto scherzando!!!) Oops! L’ho fatto di nuovo!

Sono le 6 del mattino di sabato 26 gennaio, ed esattamente come trenta giorni prima, alla stessa ora e con le stesse condizioni metereologiche io e Mayumi ci troviamo di nuovo in mezzo ad una strada!! Ca..o erano orami 3 giorni che non nevicava e le strade erano perfettamente pulite! Oggi che abbiamo almeno un ora di camminata da affrontare con 2 zaini a  testa sulle spalle ci siamo svegliati con una tormenta di neve  incominciata durante la notte  che non ci darà tregua per tutto il viaggio! …. insomma, un macello!

Questa volta però qualcosa è diverso. Questa volta sappiamo già dove andare e le sensazioni post addio non sono paragonabili alla prima volta! Parte del nostro cuore rimarrà a lungo qui in questo hotel!

Ma cominciamo dall’inizio per snocciolare i motivi di questa partenza improvvisa:

Appena arrivati ad Hakuba ci sembrava di essere in paradiso! L’hotel era strepitoso, l’alloggio anche e la location da favola!

Fin dal primo giorno ci abbiamo dato dentro davvero, lavorando duramente per ricambiare la fiducia accordataci.

Cominciavamo i nostri turni sempre con almeno 15 minuti di anticipo e durante le ore lavorative non ce ne stavamo mai con le mani in mano.

Purtroppo il personale con il quale avevamo a che fare non era sulla nostra lunghezza d’onda.

Le donne delle pulizie non avevano voglia di fare un cavolo e ad ogni nostro controllo notavamo qualcosa che non andava… dimenticavano cestini delle immondizie pieni, assorbenti negli appositi sacchettini in bagno,  frigoriferi da svuotare… insomma non ci mettevano lo stesso amore che ci mettevamo noi!

Non che la massima aspirazione della mia vita sia riassettare camere ma cavoli, se proprio dobbiamo farlo almeno  facciamolo bene… tanto ci si impiega su per giù lo stesso tempo! A me costa di più non fare nulla!

Forse sarà perché ci sentivamo in debito nei confronti di chi ci aveva offerto questa possibilità, ma cominciava a darci fastidio il fatto che nessuno valorizzasse il nostro operato piuttosto che quello mal fatto di quasi tutte le altre.

Le due ragazze coreane con le quali condividevamo l’alloggio poi erano perennemente in ritardo! C’era da cominciare alle 6.30 del mattino? Noi arrivavamo in sala alle 6.15 mentre loro alle 6.35! Ogni santissimo giorno! Così facendo lo chef si innervosiva, e non potendo essere diretto con loro si arrabbiava col nostro capo cameriere il quale a sua volta faceva la ramanzina indistintamente a tutti noi! E questo mi mandava in bestia!!! Ma possibile che nessuno controlli mi domandavo?

Per loro stessa ammissione le coreane erano ad Hakuba solo per guadagnarsi il prolungamento del permesso di soggiorno. Erano state raccomandate da un agenzia, e di impegnarsi nel lavoro non passava loro nemmeno nell’anticamera del cervello!

Quell’hotel era gestito in vecchio stile. Massimo rispetto per i ruoli e  l’età delle persone. Era assolutamente necessario una volta entrati in cucina salutare lo chef e  i suoi dirimpettai. Era una regola imposta dallo chef! Per noi era normale, mentre per le coreane no! Arrivavano in ritardo e non curanti di ciò tiravano dritto senza salutare!

Se le coreane non salutavano lo chef si arrabbiava (tanto per cambiare!) e non corrispondeva il saluto a nessuno!

Un giorno mi sono incazzato! Per un futile motivo il secondo chef diede della stupida a mia moglie, al che sbottai e dissi al capo cameriere che le avrebbe dovuto chiedere scusa altrimenti non gli avrei più portato rispetto! Il capo cameriere disse che era impensabile che una persona di 67 anni si scusasse con una ragazzina con contratto a termine. (Qui danno molta importanza al tipo di contratto lavorativo che hai. Se sei uno stagionale non vanti molto rispetto!). Gia che c’ero ho detto a Mayumi di tradurre al capo cameriere  che se il capo chef gradiva ancora il mio saluto avrebbe dovuto corrisponderlo a prescindere da come si comportavano gli altri miei pari livello, altrimenti per me era uguale!  Era l’inizio di un qualcosa che si stava incrinando! Tutto per colpa di ste cazzo di coreane che non capivano nulla, mangiavano con la bocca aperta e non pulivano mai il tavolo dopo aver pranzato, ecco! Prrrrrrrrr

Da quel momento in poi lo chef cambiò atteggiamento con tutti e ad ogni pranzo immancabilmente ci faceva trovare solo riso e una bustina di curry preconfezionato!

In Giappone prima di mangiare devi ringraziare per il cibo e dopo aver mangiato devi dire una roba che suona tipo… grazie per l’ottimo cibo cucinato!

Al quarto giorno di curry ininterrotto smisi anche con questo assurdo rito! Si lamentavano tutti in sala mensa, ma allo stesso tempo continuavano a ringraziare lo chef per il buon cibo con quella cantilena che  ormai mi sembrava sempre più una presa per il culo!! (Sono sicuro che il buon Malesani, da veronese  doc avrebbe convenuto con me sbottando… – Ma come dove siamo cazzo?!!)

Comunque ormai era già l’inizio della fine!

Io e Mayumi incuranti di tutto ciò che accadeva post turno continuavamo a lavorare sodo, ma nonostante ciò le critiche continuavano a piovere su di noi!

Lasciate sempre le luci accese nell’alloggio! Non chiudete mai la porta a chiave! Non fate le pulizie!

Ero arrivato al punto di usare il mio cellulare per farmi luce perchè ovviamente queste critiche mi davano enormemente fastidio. Io ci tengo veramente ai dettagli, e chi invece era l’artefice di tali dimenticanze, volute o meno… se ne fregava allegramente!

E nessuno controllava!

Toccammo l’apice a seguito di un banale chiarimento.

Ormai l’ambiente era tesissimo, nessuno andava più d’accordo con nessuno!

Noi avevamo un buon feeling solo con il manager che ci aveva assunto (e che però non aveva occhi per vedere cosa stava accadendo attorno a lui) e con il receptionist, un ragazzo giovane con un contratto a tempo indeterminato!

Questo ragazzo decise di licenziarsi, e il 20 gennaio rassegnò le sue dimissioni.

Da quel giorno in poi cominciò a raccontarci di quanto fosse stato maligno il manager con lui imbastendo aneddoti su aneddoti.

Alla fine ci mise la pulce al naso!

Una mattina, complice l’intera giornata libera, saremmo dovuti finalmente andare a fare la nostra prima uscita con lo snowboard. Ci era stato promesso dal manager Secco San (che però l’è un cicion!) che avremmo potuto noleggiare attrezzatura e skypass per la modica cifra di 10 euro a testa. La sera prima, senza alcun preavviso gli euro diventarono 20 a causa di un cambiamento degli accordi tra il boss dell’hotel e compagnia di noleggio.

Il receptionist ci disse di non credergli, che il vero motivo era che voleva farci desistere e che probabilmente si era inventato tutto. Parlammo inoltre del nostro salario e lui disse di essere sicuro che la cifra pattuita tra noi e Secco San non corrispondesse a quella reale, e che a lui risultava ovviamente più bassa!

A fronte di tutte queste novità, accecati dalla rabbia per il susseguirsi di tutta una serie di situazioni che non avremmo mai voluto si verificassero decidemmo di chiamare direttamente il Boss dell’hotel.

Il licenziatario ci diede il numero e fissammo un appuntamento con lui.

Alla fine, tutto ciò che ci disse Secco San si rivelò esatto. Egli non aveva colpe nel cambiamento del prezzo del noleggio, e il nostro salario giornaliero era addirittura più alto di quello pattuito durante il nostro breve colloquio di assunzione.

Purtroppo però qualcuno lo informò di ciò che avevamo fatto e lui evidentemente lo ritenne un gesto sconsiderato tanto che dal giorno successivo apparvero due nuove regole per i dipendenti sull’apposita bacheca. La prima vietava l’utilizzo di internet nelle parti comuni dell’hotel, la seconda l’obbligo di rientrare nell’alloggio non più tardi delle 11 di sera. (Io ero solito utilizzare internet anche fino a notte fonda!).

Eccomi relegato ad usare internet solo nella piccola sala da pranzo per i dipendenti!

Due giorni dopo una nuova regola dello chef… Non si usa internet nella sala da pranzo! (Ma che ooooooo!! Sono sicuro avrebbe esclamato il compianto Germano Mosconi!)

Questa ulteriore notizia, aggiunta al nuovo piano di lavoro che prevedeva 5 giorni di riposo consecutivi per me e Mayumi segnò il punto di non ritorno!

La sera stessa il caso volle che trovai in chat su facebook “Bruno”, un ragazzo francese conosciuto qualche anno prima, anche lui in Giappone per la stagione invernale!

– Venite a lavorare qui da me! C’è posto!

Detto fatto! Prendemmo la palla al balzo. Andammo a parlare con Mister Secco San e rassegnammo le nostre dimissioni spiegando che il motivo scatenante era l’impossibilità di avere libero accesso ad internet. Avendo io un piccolo business on line, questa era per me una condizione irrinunciabile.

Prima di partire decidemmo però che era giusto parlare a quattrocchi anche con il boss della compagnia per far capire loro che non eravamo degli anormali a volercene andare da un giorno all’altro, ma che avevamo i nostri validi motivi.

Inaspettatamente quell’incontro ci aprìì gli occhi su tutto!

Dapprima il boss ci lasciò sfogare.

Raccontammo le nostre ragioni e non proferì parola!

Quando finimmo, saggiamente e con molta calma, (finalmente le stesse doti per anni  idealizzate nella figura mitologica giapponese si materializzarono improvvisamente  in uno di loro!) ci disse… Vedete ragazzi… io capisco il vostro punto di vista, ma non per questo lo condivido.

Vi siete comportati in maniera un pò egoista pretendendo che ognuno ci mettesse lo stesso impegno vostro.

Al mondo siamo in tanti e tutti diversi. Durante una stagione intensa come questa sono molteplici i fattori da tenere in considerazione affinchè possa concludersi con successo!

I lavoratori stagionali spesso vengono qui solo per aver libero accesso alle piste da sci  o per motivi secondari al lavoro. Sono pagati  meno anche perchè è assodato che lavorino meno essendo disinteressati alle sorti future dell’hotel. E’ difficile trovare gente come voi, tanto che qualche giorno prima che mi chiamaste, Secco San orgoglioso del vostro operato e del fatto che vi avesse trovati lui venne a farmi visita. Colpito dal vostro profondo impegno mi richiese ed ottenne la possibilità di  farvi lavorare di più  rispetto ai vostri pari livello nonostante foste arrivati per ultimi.  Chiese inoltre se poteva darvi il massimo del salario previsto per un lavoratore stagionale nonostante avesse già pattuito con voi due una somma minore!

Secco San aveva giò capito da un pò che le coreane erano li solo per il visto mentre voi lavoravate per passione!

La sua stima era già conquistata. Ma scavalcandolo chiedendo conferme al sottoscritto avete tradito la sua fiducia e così si è comportato come probabilmente ogni essere umano, essendo tale, farebbe! Voleva solo darvi una lezione.

Che cos’altro avrebbe dovuto fare, licenziare tutti eccetto voi? E chi avrebbe mandato avanti l’hotel? L’avete preso in considerazione questo? La stagione invernale finirà tra 2 mesi ma l’hotel rimarrà aperto tutto l’anno.

Ci sentimmo 2 merde!

Pensavamo che Secco San non avesse occhi per vedere tutto ciò che accadeva intorno a lui ed invece i veri ciechi eravamo noi, troppo orgogliosi del nostro operato per riuscire a percepire chiaramente la situazione a 360°. La passione per quel lavoro ci aveva fregato! Ci sentivamo responsabili per ogni cosa e pensavamo da managers piuttosto che da semplici stagionali quali eravamo.

Bisognerebbe fare questo, perchè quello non fa questo, perchè lei arriva in ritardo… possibile che nessuno controlli… insomma… tutte domande che non spettava a noi fare!

Il Boss aggiunse inoltre un altra cosa….

Il Receptionist… siete sicuri che sia la brava persona che pensate essere? Vi siete chiesti perchè se ne sia andato?

Ci raccontò un paio di aneddoti che non lasciavano spazio ad interpretazioni differenti.

– Purtroppo la verità è che l’abbiamo colto in fallo un paio di volte. Quel ragazzo era un bugiardo, e una volta messo alle strette ha continuato a raccontare bugie su tutto a tutti per mettere zizzania qua e la, e voi, che vi siete trovati sulla strada di quella pietra rotolante putroppo siete stati investiti e per inerzia avete  cominciato a rotolare assieme a lui!

Non avevamo parole! Ormai il disegno era chiaro!

Se il receptionist non ci avesse fatto dubitare di Secco San probabilmente non l’avremmo mai scavalcato. Purtroppo siamo stati usati solo con l’intento di arrecare danno gratuitamente al manager dell’hotel.

Non eravamo certo pentiti della scelta fatta e non lo siamo tutt’ora, l’ambiente era pessimo, e sarebbe potuto solo che peggiorare. Avevamo però tradito la fiducia dell’unica persona che meritava davvero riconoscenza li dentro senza renderci conto di essere stati in parte raggirati da un ragazzino mal cresciuto già tornato a casa dalla mamma a differenza nostra che per quel che ne sa lui, potremmo essere ancora in mezzo ad una strada!

Ci immergemmo in un grandissimo bagno di umiltà!

Complici alcune nostre felici esperienze passate ci pensavamo managers senza esserlo e nonostante questo non avevamo capito le dinamiche del gioco! Che botta per il nostro orgoglio! Ma che bella lezione di vita!! A 33 anni sono anche questi i momenti per i quali vale ancora la pena viaggiare!

C’è sempre tantissimo da imparare qua fuori!

A seguito di quell’incontro ricevemmo una mail dal buon vecchio Secco San il quale ci ringraziava del breve ma intenso lavoro svolto. Rispondemmo scusandoci e ringraziando di tutto!

Ripenso spesso a quei momenti e, a malincuore, sono sicuro che se mai avessi la possibilità di tornare indietro, pur dispiacendomi per Secco San, ripeterei altre mille volte l’errore fatto! Probabilmente l’unico modo possibile per comprendere il nostro egoismo e trarre qualcosa di unico da questa esperienza!

Giappone 1 – Andrea 0. Palla al centro e pedalare!!!!!

12 commenti su “Oops! I did it again!

  1. Quando ho aperto il blog, ho subito visto la foto… e sono letteralmente esploso in una risata perchè sapevo già quello che sarebbe successo !!

    Sei un grande, è un piacere leggerti 🙂 Continua così !

    In bocca al lupo per tutto
    Elia

  2. ci fate sempre fare brutta figura voi veronesi 🙂

  3. Ecco perchè serve viaggiare, per imparare a essere umili e per vivere a 1000 (non ti stiamo dietro con i tuoi spostamenti). Fantastica foto by the way, sono appena tornata dalla spiaggia e mi hai fatto venire voglia di neve. Tanta voglia! Ciao

  4. Cavoli, mi dispiace!
    Solo una cosa non ho capito: io non conosco la situazione, ma come fai a sapere per certo che è stato il receptionist a mentirvi? ^_^”
    Avrebbe potuto mentirvi anche il Boss, per non lasciarvi andare via pieni di rancore verso il posto in cui stavate (è abbastanza tipico fare i gentili alla fine, così che chi lascia si senta in colpa e non dica cose negative del posto in cui ha lavorato).
    “Il capo cameriere disse che era impensabile che una persona di 67 anni si scusasse con una ragazzina con contratto a termine.” —> Purtroppo è vero. In Giappone non esiste che un superiore, per giunta più anziano, si scusi con un dipendente più giovane. Qui il “ti rispetto se tu rispetti me” non è così automatico.
    Comunque pazienza, andrà meglio la prossima volta! Bellissima foto, tra l’altro! 😀

    • Ciao Hagane!!

      Si, la sicurezza non c’è mai al 100%, però il vero boss ci ha raccontato alcuni aneddoti chiave, fornendoci tanto di prove, che ci hanno fatto capire senza ombra di dubbio che anche il receptionist raccontava un bel pò di frottole e cercava di tirare acqua al suo mulino! Ma ormai è acqua passata!
      Tutto sommato siamo finiti in meglio… sto ancora scrivendo il prossimo post ma ti anticipo che nel posto in cui sono ora, dal lato umano, mi sto trovando benissimo!
      Grazie per i complimenti della foto… in effetti il panorama li era davvero da favola!

    • Ah, ecco! Allora c’è qualche prova… mi pareva! Perché altrimenti non mi fiderei mai dei boss! 😛
      Seriamente, sono contenta che adesso vi troviate meglio.
      Aspetto il prossimo post per saperne di più. 🙂
      Ciao!

  5. lanciarsi a vivere e lavorare in una realta’ cosi diversa come quella asiatica comporta grossi sacrifici e spirito di adattamento.. tanto… vivono, ragionano e perfino si muovono in maniera diversa e a volte fanno cose totalmente insensate per noi, che da loro funzionano… e non capiro’ mai perche… penso sia stata dura per Mayumi in Italia e lo sara’ per te li, purtroppo siamo noi che ci dobbiamo adattare, e come dici tu, cambiare noi stessi e non cercare di cambiare il mondo attorno, anche perche’ ti ci voglio vedere a cambiare la testa dei giapponesi 🙂
    ma vedo che te la cavi sempre poi, percio’ continua cosi e vedi di non buttarti giu, gli asiatici alla fine apprezzano molto il lavoro duro che performiamo, ma per come ho capito io, fanno una gran fatica a riconoscertelo direttamente e complimentarsi, soprattutto se tuoi superiori…
    a rileggerti presto my friend

  6. Grande Jobbe, good luck e che lo spirito di Germano sia con te!

    • Grazie Lucio! Eh si.. lo spirito di Germano è sempre con me! Solo che mi tocca reprimerlo alle volte, perchè se trovo quello che mi ha fatto innervosire ghe do un pugno che ghe spaco la testa!!! Ma lo troverò prima o poi quel deficiente!!

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