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Il viaggiatore e il ponte tibetano.

Ponte tibetano

Ponte tibetano

Questa foto mi piace moltissimo!

Diciamo che al momento mi rappresenta… o meglio… rappresenta il posto in cui  mi trovo adesso!

Si,  non si vede  ma io sono su quel ponte, traballante!

All’apparenza è una foto insignificante, scura, annebbiata.. senza un particolare perchè… ma io ci vedo dentro un valore intrinseco molto forte.

Quel ponte, instabile, insicuro, per niente confortevole rappresenta per me il percorso di un viaggiatore.

Non sappiamo quanto sia lungo, non si riesce a vederne il percorso per intero. Potrebbero essere poche decine di metri come qualche centinaio di chilometri. Non ci è dato saperlo! Ciò che sappiamo chiaramente è da dove ha inizio.

La parte di sinistra, quella ben definita, è il luogo di partenza. Da li comincia il percorso, ed è da li che presumibilmente parte ogni viaggiatore.    ….. …..  Anzi no! Il viaggio di ognuno di loro è cominciato prima, molto prima! Probabilmente la maggior parte  arriva a scoprire quel ponte inconsapevolmente… ma col tempo meditando, metabolizzando, capiscono. Cosa li ha spinti li? Fino a poco tempo prima si trovavano al centro di quel pezzetto di terra assieme a tutti gli altri… cosa li ha portati gradualmente ai margini?  E cosa rappresenta quel ponte? Nessuno ne aveva mai parlato loro prima… a scuola, in famiglia, al lavoro… è una via che i più ignorano. Ma dove potrà mai portare? Non lo sanno ancora… ma ormai l’hanno vista…. ora sanno che c’è e non possono più ignorarla. E’ li, e  li sta aspettando!

Il loro viaggio è iniziato il momento in cui senza saperlo hanno deciso di lasciare la confort zone come la chiamano oggi  per raggiungere quel ponte.

Dalla scoperta al “salto nel buio” il passaggio è breve. E’ solo una questione di tempo. C’è chi ci salta a piè pari, chi titubante torna indietro per poi attraversarlo in un secondo momento ma… mi piace pensare che una volta visto, il destino del viaggiatore sia ormai segnato.

La distanza da percorrere non è uguale per tutti. Per alcuni è breve, per altri è infinita. In molti cadono e tanti decidono di tornare. I più penso.

Quei rami, nella parte  sinistra della foto, io li vedo come legami… sono rami si, ma io vedo in loro radici! Rappresentano per me tutto ciò che un viaggiatore dava per scontato nella sua vecchia realtà. Circondato da troppi alberi e radici per poterne cogliere la vera essenza. La chiamava normalità.

Una volta in mezzo a quel ponte, su un equilibrio talvolta perfetto ma spesso e volentieri instabile, il viaggiatore si volta e vede con nitidezza i rami più forti, la famiglia, gli affetti, gli amici veri… non si era mai fermato prima ad osservare quanto fossero belli e forti… ma ora… nonostante la distanza riesce a vederli chiaramente… nitidi come non mai.

E’ li che affiorano i primi dubbi. Superato l’entusiasmo iniziale, dove ogni passo gli sembra una conquista, arrivano inesorabili le prime crisi del viaggiatore. Si perchè ogni viaggiatore ne affronta almeno una durante il suo essere tale.

Avrà fatto la scelta giusta? Dove lo porterà questa via piena di incertezze? Non era meglio forse non aver mai intrapreso quella strada non battuta? Non è forse più sereno chi di quel ponte non ne conosce nemmeno l’esistenza?

A questo punto della storia non è più rilevante sapere quale risposta si darà il viaggiatore, quale direzione deciderà di prendere… sarà stato comunque un successo. Il viaggiatore ha vissuto. Ha capito. E’ tornato o ha proseguito. Ha comunque viaggiato.

Un viaggiatore si sa, ha il cuore impavido, è alla ricerca di qualcosa… nemmeno lui sa di preciso cosa, ma non è importante. L’importante era andare, e lui è andato.  Distoglie lo sguardo e punta dritto ai rami o al nulla più forte di prima.

Spesso ha l’onta da duro, da lupo solitario, ma in realtà è un sognatore, ha il cuore tenero, e sa che ha una missione.

Trovare quel qualcosa e portarlo con se nel suo viaggio di ritorno  per rinvigorire se stesso e  i rami che per tanto tempo l’ hanno  assistito e protetto in passato.

Buona strada viaggiatore,

e che la morte ti colga in salita!

5 commenti su “Il viaggiatore e il ponte tibetano.

  1. mi hai toccato il cuore, come te anch’io sono su quel ponte da tanto tempo, anch’io ogni giorno mi chiedo dove mi porterà, anch’io ogni giorno mi chiedo se non sia più saggio tornare indietro e poi, come per magia….. qualcosa mi spinge sempre avanti…. il mio sogno.
    Per tanto tempo mi sono chiesta che cosa quel sogno fosse, se un obiettivo, il viaggiare, lo scrivere, o altro, con la sensazione spesso di aver mancato il segno, di aver perso la strada.
    Oggi l’unica certezza che ho è che il mio unico compito è quello di essere la me stessa più autentica e migliore possibile, sgretolando tutto ciò che mi hanno insegnato, tutto ciò che non so se parte realmente da me…. distruggerlo per poi vedere se decido ancora di sceglierlo e capire che era già da me voluto, che lo era sempre stato. Oggi so che ho ancora un sogno, e quel sogno porta il mio nome. Grazie viaggiatore, sei stato uno splendido faro oggi.
    Georgia

  2. Proprio bello, mi piace e condivido.

  3. Complimenti, bella metafora! Nel tuo scritto traspare tutta l’insicurezza del futuro del viaggiatore. Da quello che scrivi si intuisce che probabilmente quel ponte non porterà da nessuna parte, forse è infinito, quindi prima o dopo si è costretti a tornare indietro.
    E allora perchè lo percorriamo quel ponte, noi pazzi viaggiatori?
    Bhe, imparare a camminare su un ponte tibetano infinito ti insegna molte cose, ti insegna l’equilibrio, a combattere la paura dell’altezza, a cavartela da solo in mezzo alla nebbia con le tue paure, … alla fine impari a stare bene con te stesso, solo, che secondo me è l’aspetto più importante per poter vivere sereno. Cose che se stai nella comfort zone non imparerai mai. Ma percorrere quel ponte traballante ti insegna soprattutto a vedere il mondo dall’alto, a scoprire quanto sia bello, ti insegna a capire che la vita è molto molto di più di quello che ti vogliono far credere. Alla fine se torni a quel mondo potrai essere in grado di viverlo in modo più saggio. L’unico mio dubbio è:
    se davvero la decisione sarà di tornare indietro, sarà mai capace un viaggiatore di restarci? C’è il rischio che tra i rami e le foglie si senta soffocare…

  4. Mi piace pensare che quel ponte invece che non portare da nessuna parte sia in realtà fatto ad U. E che ci riporti alla fine felici e contenti tutti a casa più forti che mai come nelle migliori fiabe! Happy ending!!!

    P.S. Geo…. bellissima la frase che hai postato su Fb:

    un sognatore non cerca un lavoro 8 ore al giorno, cerca uno stile 24 ore su 24…

    coglie appieno il significato del mio viaggio ora… come sempre con 3 parole riesci ad essere migliore di me in qualsiasi mio scritto!!

    Grazie Walter!

  5. […] di cambiare. Ho cercato di descrivere più volte questa sensazione  tramite alcuni racconti come questo accorgendomi poi, a sei anni di distanza, che tale sensazione aveva un nome ed era descritta in […]

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