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Benvenuto GroLiving Kyoto!

Finalmente dopo anni di sogni, sacrifici, frustrazioni, litigi e sconforto il nostro nuovo progetto ha visto la luce.

Durante questa intervista pre pandemia ( https://www.youtube.com/watch?v=6Yc97XAqvP0 ) alla domanda di Marcello Ascani su quali fossero i miei piani per il futuro dissi che avrei voluto aprire una seconda guesthouse su un terreno di proprietà della famiglia di mia moglie dove in quel momento si ergeva la “baracca”, una vecchia fabbrica di Tofu della nonna di Mayumi, disabitata da decenni, che io sistemai alla bene e meglio per poterla usare saltuariamente con gli amici nei miei primi anni giapponesi.

La “Baracca” vista da fuori

Alla dipartita della nonna infatti contattammo un paio di architetti e imprese di costruzioni e avviammo sulla carta il progetto di una guesthouse composta da 2 ampi appartamenti in stile tradizionale giapponese. Fortuna vuole che avemmo la sfortuna di incontrare le persone sbagliate sul nostro cammino e il progetto naufragò per ben 3 volte prima che ci rendessimo conto che forse un`altra  guesthouse per affitti brevi a Kyoto non solo non era necessaria alla comunità, ma non era più nemmeno ciò che volevamo veramente.

Questa cosa mi ha fatto ricordare quella famosa parabola cinese che adesso Vi propongo:

“C’era una volta, in un villaggio cinese, un vecchio contadino che viveva con suo figlio e un cavallo, che era la loro unica fonte di sostentamento.
Un giorno, il cavallo scappò lasciando l’uomo senza possibilità di lavorare la terra.
I suoi vicini accorsero da lui per mostrargli la loro solidarietà dicendosi dispiaciuti per l’accaduto.

Lui li ringraziò per la visita, ma domandò loro: “Come fate a sapere se ciò che mi è successo è un bene o un male per me? Chi lo sa!”
I vicini, perplessi dall’atteggiamento del vecchio contadino, andarono via.
Una settimana dopo, il cavallo ritornò alla stalla, accompagnato da una grande mandria di cavalli. Giunta la notizia agli abitanti del villaggio, questi tornarono a casa del contadino, congratulandosi con lui per la buona sorte.
“Prima avevi solo un cavallo ed ora ne hai molti, è una grande ricchezza. Che fortuna!”, dissero.

“Grazie per la visita e per la vostra solidarietà”, rispose lui, ma come fate a sapere che questo è un bene o un male per me?”

I vicini, ancora una volta rimasero sconcertati dalla risposta del vecchio contadino e se ne andarono via.
Qualche tempo dopo, il figlio del contadino, nel tentativo di addomesticare uno dei nuovi cavalli arrivati, cadde da cavallo rompendosi una gamba.
I vicini premurosi tornarono a far visita al contadino dimostrandosi molto dispiaciuti per la disgrazia.

L’uomo ringraziò per la visita e l’affetto di tutti e nuovamente domandò: “Come potete sapere se l’accaduto è una disgrazia per me? Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.”
Ancora una volta la frase del vecchio contadino lasciò tutti stupefatti e senza parole se ne andarono increduli.
Trascorsero alcuni mesi ed il Giappone dichiarò guerra alla Cina. Il governo inviò i propri emissari in tutto il paese alla ricerca di giovani in buona salute da inviare al fronte in battaglia. Arrivarono al villaggio e reclutarono tutti i giovani, eccetto il figlio del contadino che aveva la gamba rotta.
Nessuno dei ragazzi ritornò vivo. Il figlio del contadino invece guarì e i cavalli furono venduti procurando una buona rendita.
Il saggio contadino passò a visitare i suoi vicini per consolarli ed aiutarli, come loro si erano mostrati solidali con lui in ogni situazione.

Ogni volta che qualcuno di loro si lamentava, il saggio contadino diceva: “Come sai se questo è un male?”. Se qualcuno si rallegrava troppo, gli domandava: “Come sai se questo è un bene?”

Gli uomini di quel villaggio capirono allora l’insegnamento del saggio contadino che li esortava a non esaltarsi e a non lasciarsi abbattere dagli eventi, accogliendo sempre ciò che è, consapevoli del fatto che – al di là del bene e del male – tutto potrebbe rivelarsi diverso da come appare.

Nel frattempo infatti la concorrenza a Kyoto si era fatta sempre maggiore, nascevano appartamenti turistici in ogni dove e soprattutto io e Mayumi  durante una delle nostre  spedizioni alla ricerca della felicità scoprimmo finalmente Miyazaki e non ci volle molto prima che giungessimo entrambi alla conclusione che il nostro prossimo futuro le sarebbe appartenuto e che costruire l’ennesimo progetto per turisti a Kyoto sarebbe equivalso ad aggiungere un ulteriore grata alla gabbia dorata in cui CI sentiamo rinchiusi da anni e conseguentemente un altra barriera alla nostra idea attuale di felicità.

Per anni ho girato il mondo, sia con Mayumi che in solitudine. Sono stato turista, viaggiatore, nomade digitale e studente all`estero. Magari non ci si fa caso ma ognuna di queste tipologie di clienti ha esigenze differenti. Il viaggiatore, che si presume abbia più tempo che soldi, ha solitamente un budget più risicato rispetto al turista che invece viaggiando per periodi più brevi può permettersi di spendere di più se questo gli consente di ottimizzare il poco tempo a disposizione solitamente soggiornando in zone più centrali rispetto ai primi. Nomadi Digitali e studenti hanno tutt’altre necessità. Hanno bisogno di uno spazio dedicato dove poter svolgere il loro lavoro/studio in tranquillità ma oltre a questo sono alla ricerca di esperienze motivanti oltre che di un mero alloggio altrimenti niente batte casa propria o quella della mamma, che spesso e volentieri e` pure la stessa.

Io russo costantemente e la cosa Vi garantisco infastidisce più me che i malcapitati che hanno la sfortuna di dormirmi a fianco, ragion per cui,  come tutti i deficienti che si rispettino, durante il mio periodo in giro per il mondo ormai più di 10 anni fa, mi sono fatto  un auto diagnosi su google e sono partito per la Thailandia per farmi tagliare l`ugola, unica colpevole a mio avviso del mio disagio. (lo puoi leggere qui). Chiaramente non solo fu un insuccesso, altrimenti i dottori che ci stanno a fare, ma ho anche cominciato a russare più forte di prima! Oltre a questo sono un maniaco dell’ordine e odio che mi si usino le cose senza chiedere.

Mayumi invece e` maniaca della pulizia. Accetta il disordine (anzi, se non c`e` lo fa lei) ma non tollera lo sporco, soprattutto i peli pubici nelle docce comuni, un cult, e le gocce di pipì secche e ingiallite sulla tavoletta del cesso, non si sente a suo agio nel farsi vedere struccata e, passando molto tempo in bagno, non e` felicissima di condividerlo con estranei per via della possibilità che qualcuno possa bussare alla porta o  entrare subito dopo di lei.

Con queste premesse, potete capire che durante i nostri viaggi all`estero, la scelta degli alloggi e` spesso stata motivo di discussione. Personalmente in Australia dopo le prime notti in ostello e i conseguenti sguardi mattutini covi di rabbia al mio indirizzo ho comprato una macchina e ho cominciato a dormirci dentro per espiare i miei sensi di colpa.

Era un problema innanzitutto perché in Australia e` vietato farlo a meno che non si decida di pernottare negli appositi campeggi, cosa che io non potevo permettermi di fare così che logisticamente si e` sempre rivelato un problema parcheggiare la sera  in posizione strategica che fosse vicina al pub dove si ritrovavano gli amici, in posizione leggermente defilata dalla strada principale per far si che i rangers non ti notassero intimandoti di andartene da lì spesso e volentieri ubriaco e oltretutto non troppo distante nemmeno dai bagni pubblici. Insomma, un bel casino!

Verso la fine della nostra esperienza Australiana io e Mayumi abbiamo deciso di andare a convivere in una Share House. Si chiamava Happy House. Avevamo una stanza per noi mentre bagno, sala e cucina erano in condivisione. All’inizio tutto bello, festa ogni sera, tutti amici, insomma una figata! Poi torni dal lavoro stanco, apri il frigo e le tue birre sono magicamente sparite! Ti vuoi fare un’insalata e il tuo olio e` finito! Ti svegli presto per andare al lavoro e prima di poter cucinare devi lavare TUTTO ciò che i tuoi coinquilini hanno lasciato accatastato sul lavello la notte prima e se anche trovi qualcosa di apparentemente pulito lo rilavi lo stesso perché ti ricordi di aver visto qualcuno ciucciare un cucchiaio  sporco invece che lavarlo prima di metterlo nel cassetto! Tutto questo e` molto bello se hai 20 anni e sei di passaggio ma se devi stare mesi in un posto e magari anche concentrarti su un obiettivo in particolare, episodi del genere possono davvero infastidirti e rischiare di ritardare il tuo assetto zen e l`arte di non mandare tutti affanculo!

Ah, tra le varie cose che ti potevano capitare in Australia e` che i coinquilini lasciassero la porta aperta e ti trovassi un pitone in corridoio! Sciocchezze di poco conto insomma!

Negli anni a venire abbiamo poi soggiornato nelle più svariate località e tipologie di alloggi quali Hotels, Ostelli, Appartamenti turistici insomma ci siamo fatti un esperienza che si e` poi rivelata decisiva per quello che sarebbe stato in futuro il nostro lavoro e  quando abbiamo deciso di passare dall’altra parte della barricata e cominciare ad ospitare noi, abbiamo capito  l’importanza  del famoso discorso fatto da Steve Jobs  all’università di Stanford nel quale sottolinea l’importanza di unire i puntini solo guardando al passato.

“Non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire”.

Tutto questo preambolo per dire che, dopo aver avuto 3 esperienze negative nella costruzione dell’ennesima guesthouse, dopo aver parlato con svariati stranieri residenti all estero, e dopo una pandemia che di fatto ha velocizzato lo smart working e scavato dentro di noi abbiamo deciso di tornare alle origini e creare a Kyoto un altra cosa bella che prima non c’era. Se 8 anni fa infatti Sakura River Inn e` nato dall’esigenza di veicolare il turista straniero con un alloggio al 100% giapponese  rendendogli facile  ciò che fino a quel momento non lo era, ovvero la ricerca, la prenotazione e l’assistenza in loco, oggi questa esigenza non e` più essenziale, ma c`e` un nuovo filone scoperto, ovvero quello degli studenti e dei nomadi digitali. C`e` un vuoto da colmare che va dalle strutture ricettive a breve termine quindi una o due settimane al massimo agli affitti residenziali che hanno contratti di durata superiore ad 1 anno spesso accompagnati da richieste di garanzia assurde, quindi non solo noi abbiamo cercato di colmare questo gap ma lo abbiamo fatto nella maniera migliore possibile ovvero costruendo da zero l’alloggio in cui avremmo voluto soggiornare quando eravamo dalla parte dei nostri potenziali clienti quali nomadi digitali e studenti all estero.

Abbiamo creato GroLiving Kyoto, un edificio con al suo interno 5 mini appartamenti completi di tutto cio` che puo` servire per una permanenza che va dal mese all’anno, con al suo interno anche aree comuni dove i nostri clienti potranno rilassarsi, conversare ed accrescere la loro esperienza a Kyoto. Come se non bastasse, l’edificio si trova in centro città, a due passi dal Palazzo Imperiale e da uno degli accessi migliori al fiume Kamogawa. Il nostro progetto insomma si pone come obiettivo quello di offrire la privacy di un appartamento privato, la socialita` di un Ostello ed il comfort di un Hotel per valorizzare in maniera esponenziale quella che probabilmente verra` da loro ricordata “unendo i puntini” come la miglior esperienza della loro vita, da Viaggiatori a Viaggiatori!

Ma, lasciatemi dire, GroLiving Kyoto non è solo l’opzione migliore per uno studente in visita a Kyoto, e` anche un concentrato di esperienze maturate durante tutti i nostri viaggi passati e di tutte le ore spese nell’ambito della formazione e crescita personale che e` cio` a cui onestamente io tengo di più. Il nome GroLiving infatti deriva da Grow- Living dove Grow in inglese significa crescita e living vita, quindi una specie di vivere crescendo! Il nostro vero intento e` quello di instaurare nei nostri clienti i semi della consapevolezza, della curiosità, del minimalismo e di tutte quelle cose da noi apprese nei vent`anni passati fuori dalla famosa ruota del criceto che hanno fatto sì che diventassimo le persone che siamo oggi, e che se avessimo appreso prima, ci troveremmo ora in una posizione ancora più avanzata nel  nostro personale viaggio di crescita personale, pertanto come riportato nel quadro che ha orgogliosamente disegnato Mayumi nella hall, GroLiving non vuole essere  solo un nuovo modo di concepire la convivenza, ma e` soprattutto un acceleratore di esperienze mediante input che abbiamo disseminato qua e là per la struttura!

A Sinistra Wharol, a Destra Mayumi!

Chiaramente non siamo sicuri che questo funzionerà anche perché spesso e volentieri la capacità di fare e` inversamente proporzionale a quella di esporre pertanto riconosciamo di essere  carenti  dal lato espositivo e di promozione ma sentivamo dal profondo che questa cosa andava fatta e finalmente una volta avviata, si spera con successo, potremo voltare pagina e dedicarci ad un nuovo capitolo della nostra vita che sarà ambientato a Miyazaki dove, oltre ad un terreno in nostro possesso, abbiamo  in serbo altre bellissime idee  che adesso non ci sono ma tra qualche anno si!

P.S. Ho volutamente sorvolato sui problemi e le fasi di costruzione della palazzina altrimenti il post sarebbe venuto troppo lungo ma siccome e` un argomento che ritengo interessante prima o poi ci farò un post appropriato!

P.S. Se avete tempo da perdere potete andare sul nostro sito che con tanta fatica sto cercando di mettere in piedi http://www.groma.org e darci un parere a riguardo.

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Bilancio 2021 e buoni propositi 2022

Forse il momento piu` significativo del mio 2021 a livello simbolico. La firma per il terreno di Miyazaki

L`anno scorso in questo periodo tiravo le somme dell’anno che stava per terminare e  come al solito buttavo giù una lista di buoni propositi per quello che stava per arrivare. Doveva essere uno scritto personale, creato sul mio google drive  senza badare molto alla forma ma che alla fine mi sono deciso a pubblicare sul blog. Quest’anno memore di ciò  sono partito direttamente con l’intenzione di rendere pubblico questo mio bilancio e buttar giù due pensieri  anche per il 2022.

Nel post in questione, dopo una serie di sfoghi personali concludevo con un elenco di cose da fare che mi appresto a commentare punto per punto:

Riprendere in mano il blog costantemente.

Direi che e` stato un completo fallimento. Nei miei desideri c’era quello di scrivere almeno un post al mese, invece l’impietoso verdetto e` di quattro post in un anno. (Ma lunghi pero`!) Primo obiettivo fallito!

Cominciare un blog in Inglese per Marutamachi.

Ok questo e` andato. Certo non ho scritto chissà che cosa pero` 5 post in Inglese per il mio nuovo business sono stati creati. Non li ha letti ancora nessuno ma che c’entra!

 Comprare il terreno a Miyazaki (compralo quel cazzo di terreno Andre.. chi se ne frega se poi va male e lo devi vendere. Stai comprando un sogno che ti terrà vivo in questi difficili 2021-2022) e poi tu non ti sei mai sbagliato su queste cose, hai fiuto cazzo.. quel terreno e` oro colato.

Cazzo si! Era L’OBIETTIVO primario di questo 2021 e proprio agli sgoccioli ce l`abbiamo fatta. Solo per questo il mio bilancio può definirsi positivo.

 Attività fisica ne parliamo? Vogliamo riprendere a far qualcosa o continuiamo a farci schifo nudi davanti allo specchio all’uscita della doccia?!

Sto continuando a farmi schifo nudo davanti allo specchio con l’aggravante che comincio a farmi schifo anche da vestito! Le mani sono sempre più rugose, la pelle del viso sempre meno elastica.. la notte invece che portar consiglio dispensa sensi di colpa… ah, la vecchiaia! Ho smesso anche con il calcetto! Obiettivo fallito.

 Riprendere a leggere e rifarmi Audible.

Dai si.. non benissimo ma una trentina di libri letti tra Audible e Kindle li abbiamo portati a casa al cospetto di una cinquantina cominciati. Il bello di avere questo genere di abbonamenti è che se un libro non mi piace, dal momento che pago un abbonamento e non il libro in particolare, non mi sento in colpa ad abbandonarlo. Mi sono arenato giusto sul finale dell`anno con Delitto e Castigo di Dostoevskij che sto ascoltando su audible, e che e` letto magistralmente da Claudio Carini ma cavoli 24 ore di libro sono tante! Tre libri su tutti in questo 2021 che mi hanno aiutato molto a livello di business sono “Partire dal Perché” di Simon Sinek, “Steve Jobs” di Walter Isaacson e l’autobiografia di Phil Knight dal titolo “L`arte della vittoria”. Delusione invece per “I principi del successo” di Ray Dalio che come successe nel 2020 per “Sapiens” di Harari o “Antifragile” di Taleb, nonostante nutrissi altissime aspettative e concettualmente fossero tutti e tre di mio estremo interesse, il  modo di esporre degli autori troppo analitico e statistico non è mai riuscito a coinvolgermi più di tanto facendomeli abbandonare tutti a circa metà percorso, peccato, forse non sono ancora pronto per loro,  un po come quella povera bottiglia di vetro con il suo amato MacAllan nel celebre spot pubblicitario che andava in onda in tv nei primissimi anni 90. Ancora me lo ricordo… McAllan, sei pronto per me?!!

 Focus.. basta il piede in mille scarpe. Fai meno cose ma fatte meglio.

Si e no. Sono rimasto focalizzato sui miei 3 obiettivi primari e ho fatto più che altro chiarezza dentro di me ma non e` che mi ci sia poi impegnato quanto volessi. Più frustrazione che soddisfazione quindi nonostante molti risultati siano stati ottenuti.

 Sistema quelle cazzo di foto sul cloud Flickr e balle varie.. elimina qualche abbonamento in cloud, compra Luminar AI comincia a scattare in RAW, fai meno foto ma dedica loro più tempo. Se poi te ne avanza  impara a montare qualche video!

Ni. Ho comprato Luminar Ai, che era la parte più facile, quella che non costava fatica ma soldi. Modificato qualche foto, non in RAW ma in JPG (quelle del mio post precedente per esempio), anche se per un lavoro così basico bastava un banalissimo software gratuito probabilmente già incluso su mac o Iphone ma non ho per nulla sistemato le foto su Flickr ne tanto meno eliminato abbonamenti, anzi ne ho aggiunti un paio invece e ho scattato praticamente zero foto ma mi sono convinto che il motivo principale stia nel fatto che tutto ciò che mi circonda a livello estetico e architettonico non mi stimola affatto. Rimango comunque straordinario, riesco sempre a trovare una scusa per ogni mia mediocrità, ecco in questo non sono mediocre affatto, ogni svantaggio ha i suoi vantaggi!

 Basta social zio cane! Pinterest va bene ma Youtube comincia ad essere pericoloso come era Facebook. Occhio.

Neanche a dirlo, obiettivo fallito. E senza attenuanti.

 Ma sto sito del nuovo progetto? Continuiamo a dipendere dagli altri o vogliamo metterci il naso anche noi?

Ni. Ho creato il mio sito nuovo, che non e` completo ma almeno e` un inizio e mi ha già portato un cliente. E qui ci sta bene una citazione: “Il primo passo non ti porta dove vuoi andare, ma ti toglie da dove sei.”

 Il Giapponese cazzo! Lo sai che l`origine di tutte le tue frustrazioni deriva da li… non dico tanto ma una conversazione basica dai pero! Hai trovato la Sensei brava… dacci dentro cazzo che poi la vita e` in discesa, te li mangi tutti questi qua!

Come per i social… fallimento su tutta la linea. A parte quel mese a Tokyo in cui mi sono sforzato di migliorare il mio vocabolario forte della tensione lavorativa per il resto la verita` e` che non ci ho nemmeno mai provato. Ho sempre una scusa pronta.

Impara a lavorare il legno bene. Basta comprare attrezzi e poi non usarli.

Ma che cazzo di obiettivo mi ero dato? Non sono mica Geppetto io! E poi vivo in città! Fallimento anche qui.

Gioca di più coi bambini… lo so che a Kyoto non c`e` il mare ma uscite un po’. Sempre con sto cazzo di tablet!

Ni. Dipende dai punti di vista. Giocare non ci ho giocato tanto ma diciamo che sono stato molto presente. (Per forza, non lavoro praticamente più!!)

Bitcoin? Blockchain? Vuoi sforzarti a capirne qualcosa in più o vuoi martellarti i coglioni quando il treno sarà` passato e tu non sei salito? Lo so che e` noioso pero` Dio mio basterebbero due letture…

Ni anche qui! Se mi chiedi cos`e` Bitcoin e la Blockchain in generale ti so rispondere  ma se mi chiedi se ho compreso completamente il loro potenziale no. Mi sto informando costantemente e ho anche fatto il mio primo timido piano di accumulo in crypto ma sento che e` un mondo che non mi attrae e che devo violentarmi psicologicamente per mettermici su e lo faccio solo perché come per il giapponese comprendo sia fondamentale per il mio futuro, più che altro, se e` vero che la felicità non sta nella meta ma nel viaggio ecco, diciamo che questo viaggio è più un tragitto casa lavoro, per nulla eccitante ma doveroso, possiedo qualche millesima parte di criptovalute che un giorno potenzialmente  potrebbero rendermi finanziariamente benestante ma ecco, non mi fanno felice  come sapere di aver acquistato il mio terreno a Miyazaki. Quel terreno tra 10 anni potrebbe anche valere 0 e le mie criptovalute 1000, ma in questo momento tutta la mia felicità deriva dal possesso di quel terreno e non di qualche Satoshi o Eth e se mai un giorno dovessi diventare ricco, userei quella ricchezza per creare cio che piu mi rende felice, ovvero ulteriori spazi abitativi esperienziali a due passi dal mare!

Bilancio:

Ok, quindi facendo un riassunto del mio 2021, se mi guardo indietro direi che la frase “La maggior parte delle persone sopravvaluta quello che può fare in un giorno e sottovaluta quello che può ottenere in un anno” mi calza a pennello. Nonostante la frustrazione costante dovuta al mio perenne procrastinare e ad una pandemia che  fortunatamente sotto il profilo psicologico non sembra avermi scalfito più di tanto ma sotto quello economico più che lavorativo mi ha abbastanza rallentato non me la sono cavata poi così male. Rimango ancora fiducioso e costruttivo per il futuro nonostante mi sia recentemente reso conto che anche il 2022 a livello di business per me che faccio turismo sia bello che andato. Anche quest`anno, che secondo i miei calcoli doveva essere quello della totale ripresa sarà un anno dove limitare i danni diverra` la prerogativa guardandomi nel frattempo intorno alla ricerca di possibilità che sicuramente già esistono ma che ancora non riesco a vedere. 

Buoni Propositi 2022:

Per il 2022 invece l`obiettivo quest’anno e` rilassarsi! Basta tabelle, o meglio, quelle le farò a prescindere perché mi aiutano ad essere piu` produttivo ma  relax, take it easy e keep it simple sara` il mio mantra (non e` che voglio atteggiarmi e` che non riesco a tradurlo in modo “cool” ok ok scherzavo “cool” si che ci riesco… non riesco a tradurlo in modo figo in italiano quindi lo lascio in inglese!).  

Sarà un anno difficile, già lo so, come diceva William James: “Non c’è essere umano più infelice di colui in cui nulla è abituale tranne l’indecisione”. E mai come nel 2022 l’indecisione regnerà sovrana su tutti noi. Da questo punto di vista sono anni difficilissmi dove ogni scelta, anche la più banale ne preclude altre. Ricordo con immensa nostalgia gli anni delle elementari e medie dove la sera, dopo aver mangiato, avevi sostanzialmente una sola cosa da fare suddivisa in 3 mini scelte… il film da vedere su rete 4, canale 5 o italia 1 perché quelli della Rai solitamente facevano schifo a parte “Giochi senza Frontiere” e “Ultimo minuto” che comunque non erano  film e spesso anche Rete 4  non era di mio gradimento, quindi dai 2 scelte… canale 5 o Italia 1. La selezione già la facevano loro e, forse perché la memoria e` compassionevole e tende a farci dimenticare le cose brutte ed amplificare quelle belle  ma  non ricordo di aver mai detto… che merda di film come invece mi accade spessissimo su Netflix, sempre se riesco prima a superare lo scoglio dell`indecisione dei mille titoli a disposizione tra film, documentari e serie che tra l`altro non cominciano piu ad un ora precisa ma quando vuoi tu cosi che ti tocchi pure decidere il momento esatto in cui farlo oltre che il titolo del film e ti ritrovi spesso all’una di notte ancora in fase di scelta consapevole che cominciare un film di almeno due ore e mezza, perché adesso durano così, non sia la cosa più saggia da fare in quel momento. A quell’ora anche “Notte Horror” in seconda serata era già finita da un pezzo! A quell’epoca poi un film te lo godevi due volte, la prima mentre lo guardavi e la seconda a scuola quando facevi gruppetto con i 5 o 6 che avevano visto il tuo stesso film. Se poi all’interno di questo mini club improvvisato al cambio dell`ora  c’era anche la ragazza o il ragazzo che ti piaceva, mamma mia! Non ultimo il fatto che a quei tempi internet non c’era, i telefonini nemmeno e l’alternativa al film era studiare! Dai su… praticamente, dopo aver mangiato avevi solo una cosa da fare, guardare un film, con entrambe le mani libere, senza distrazioni di messaggi o cose del genere, eri focalizzato su quello e te lo godevi al 100% perché c’era solo quello da fare ed eri a posto con la coscienza, l’unico errore che potevi fare era sbagliare il sincrono tra pubblicità e pipi`! Ultima considerazione alla complessità della vita moderna e` che, sempre si sia riusciti a cominciare un film, se si e` come il sottoscritto, la sensazione che quelle due ore di ”svago” avresti potuto impiegarle studiando l`ultima opportunita` di mercato che promette di farti svoltare la vita  di fatto ti impedisce di gustarti il film lasciandoti quel retrogusto di fallimento in bocca per tutto il tempo.

Ecco, Tutto questo pippotto apparentemente nostalgico per ribadire il fatto che di per se sono anni incerti anche senza la pandemia, anni in cui le possibilità sono ben maggiori del tempo a nostra disposizione e scegliere quello che davvero ci rende felice o anche solo mentalmente stabili sara` la nostra vera battaglia da combattere ed è questo il mio grande obiettivo per il 2022. Arrivare a possedere 2 Bitcoin? Compravendita NFT? Raggiungere un livello N3 di lingua Giapponese? Addominali scolpiti? Pianificazione progetto Miyazaki? Migliorarsi a livello fotografico? Sono tutti obiettivi fattibili ma il mio obiettivo primario quest’anno consiste nel fermarmi un po ‘ e capire cosa davvero mi rende felice, cosa mi rende una persona stabile e cosa invece mi devasta emotivamente nel tentativo di inseguirlo. Non posso, non voglio e non riesco a stare dietro a tutto. Less is more (mamma che odioso!). Come ho fatto da qualche anno a questa parte smettendo di comprare e abbinare vestiti diversi e scegliendo un solo negozio per i miei acquisti “Uniqlo” e un solo colore/modello dei miei indumenti così da eliminare lo stress decisionale mattutino cosi dovro` fare anche per molti altri compartimenti della mia vita. Ho bisogno di meno scelte e più tempo, solo così posso salvaguardare la mia salute mentale della quale fortunatamente non mi posso lamentare, motivo in più per preservarla perché una volta persa e` molto più difficile da risanare rispetto a quella fisica.

Bonus:

Non volendo finire questo post in maniera angosciante (alla faccia dei buoni propositi) volevo elencare qualche bonus che non avevo preventivato per il mio 2021 ma la buona sorte ha deciso di concedermi.

Tokyo. Sono grato per questa`esperienza più unica che rara, per come l’ho affrontata e per un paio di amicizie che da quel momento custodisco gelosamente nel mio cuore.

Mayumi e` riuscita a prendere una licenza  molto importante per noi, per il nostro lavoro e per la sua autostima. E` una licenza molto selettiva per operare a livello nazionale come agente immobiliare. L’esame  si svolge una volta l’anno e le statistiche dicono che più dell`80% degli iscritti non supera il test. Quest`anno in 25.000 si sono iscritti, in poco più di 21.000 hanno dato l`esame (forse complici anche le restrizioni anti covid che se avevi più di 37.5 C di febbre non te lo facevano fare) e in 350 sono passati, tra cui Mayumi con il punteggio di 36 quando il minimo era 34 su 50. Questa cosa ci ha insegnato molto a livello famigliare. Mayumi ha voluto provare solo perché grazie alle sovvenzioni statali per le aziende più colpite da questa crisi pensavamo, cosa che poi si e` rivelata non essere così, di poter rientrare in quella cerchia che sarebbe stata sovvenzionata dei ¾ dell’importo del corso (circa 3000 Euro). Non era minimamente interessata alla cosa e non conosceva nulla di immobiliare o leggi di vendita, affitto, successione, diatribe di  vicinato ecc. ma il fatto di poter ricevere questa sovvenzione la allettava. E` partita con 2 settimane di ritardo rispetto agli altri, ha frequentato la scuola una settimana soltanto e poi per un mese non ha più potuto farlo perché io sono andato a Tokyo e doveva pensare a tutto lei a casa. Una volta tornato si e` messa sotto di brutto, e  lì le prime incomprensioni tra noi. Sotto questo profilo io e lei siamo diametralmente opposti, lei e` la persona più competitiva di questo mondo, io la meno. Io sono in pace con me stesso e la mia mediocrità mentre lei deve sempre dimostrare a se stessa e agli altri di potercela fare (che vita demmerda!). Quando mi ha detto che ci avrebbe provato, perché tanto pagava lo stato, io ingenuamente pensavo che lo avrebbe fatto alla maniera in cui io sto provando da quasi 8 anni a studiare il giapponese, ovvero nei ritagli di tempo quando non va internet, sono a casa da solo, sono sessualmente scarico 😉 e fuori piove ma dimenticavo che lei è differente. Da quando sono tornato da Tokyo si e` praticamente eclissata in una camera al piano di sopra. Era sempre nervosa e irascibile, faceva vita sfasata in quanto studiava di notte e di giorno era completamente assente. Dapprima io mi arrabbiavo per le sue assenze e lei per le mie carenze, poi abbiamo capito (io, tanto par cambiar!) e la mia indole a creare procedure ha fatto sì che le cose procedessero senza conseguenze. Sveglia presto, colazione, lavaggio e vestizione bimbi, portali a scuola, torna a casa e stendi le cose che precedentemente avevo messo a lavare, prepara il pranzo, porta il pranzo alla reclusa, riassetta casa, vai a prendere i bimbi, fai la spesa, fai da mangiare… insomma niente più e niente di meno della normale vita di una mamma, con l’aggravante che invece di un marito assente io mi trovavo una moglie presente e in modalità mestruo inserita perennemente, (si possono ancora dire queste cose o sono diventate politicamente scorrette?)   mamma mia che stress, altro che Tokyo! Devo dire che nonostante la missione impossibile, vedendo l’impegno che ci metteva io in cuor mio ero sicuro passasse, come sono sicuro che se io avessi un millesimo della sua capacità di impegnarmi in qualcosa che non mi piace raggiungerei la perfezione linguistica in non più di 6 mesi, pero` ribadisco anche che se il prezzo da pagare per arrivare a determinate mete e` un viaggio di merda con la paura di fallire più per quel che pensa la gente che di quel che penso io, beh, mi tengo la mia ignoranza tutta la vita! Infatti, ad esame ultimato io ero felicissimo perche` tutti avevamo dato il massimo che avevamo e meglio di cosi non si poteva fare, avevamo superato le nostre incomprensioni lottando da squadra, Mayumi invece aspettava l`esito per decidere se quella fosse stata un esperienza fallimentare o meno. Per farla breve sono stati mesi infernali ma questa licenza è il risultato di un ottimo lavoro di gruppo,  bambini inclusi e quindi ce la teniamo super stretta. E, anche se non ne beneficeremo mai a livello lavorativo, Mayumi e` a tutt`oggi al settimo cielo!

Colazione dei campioni. Prima di partire per il Giappone verso il 2010 ebbi forse una specie di esaurimento nervoso, cioè lì per lì non me ne accorsi ma forse con senno di poi si trattava  di questo. Lavorativamente parlando tenevo i piedi in due scarpe,  e mi andavano economicamente  strette entrambe, nella prima non vedevo il becco di un quattrino, era una start up dove di fatto avevamo anticipato di qualche anno Airbnb, mentre nella seconda lavoravo a gettone, nonostante ciò le persone con cui condividevo questi due differenti progetti non furono particolarmente comprensive con  la mia situazione perché mi volevano al 100% focalizzato in quello in cui loro erano coinvolti e questo creò  parecchie tensioni soprattutto in uno di questi due progetti, come se non bastasse me ne servì addirittura un terzo per poter portare a casa i soldi necessari ad arrivare a fine mese e finii per ammalarmi. Non so come spiegarlo ma in quel periodo contrassi un tic che mi porto dietro ancora oggi e di cui non trovo riscontri su internet o con le persone con cui parlo. Praticamente io devo costantemente “depressurizzare” le mie orecchie dall’interno come  quando prendi quota in aereo e ti si tappano e allora provi a fare quella cosa dall’interno per stapparle, davvero, non so se si capisce ma non riesco a spiegarlo diversamente. Ecco, questa cosa non e` molto problematica in situazioni ottimali, anzi, a dire il vero prima di cominciare a scriverne ora nemmeno lo stavo facendo, ora pero non riesco piu` a smettere, lo faccio  solo quando mi viene in mente. Il problema sussiste quando mi raffreddo e mi si tappano naso e orecchie. Ecco, quando mi si bloccano le orecchie io non riesco più a “depressurizzare” e vado in panico, le mie giornate sono lunghissime, provo a farlo in loop h24 e vengo spesso colto da attacchi di panico soprattutto la notte complice il fatto che non riesco non solo a dormire ma nemmeno a coricarmi. Il mio record e` 3 giorni e 3 notti senza dormire, considerando il fatto che di giorno devo comunque essere operativo e svolgere le mie funzioni di padre e marito. Chiaramente ne ho parlato a casa e ci siamo anche rivolti ad uno specialista ma pare non ci sia soluzione a questo problema o forse nessuno davvero riesce a comprenderlo qui in Giappone. Non lo so spiegare in italiano figurarsi farlo in inglese alla moglie che poi lo deve tradurre al medico in giapponese, che poi questi sanno solo prescrivere medicine prima ancora di capire bene che cos`hai. Detto questo, la prima volta che ho avuto questo inconveniente mi trovavo appunto in Italia e andai completamente nel pallone. Tra l`altro abitavo pure al 4 piano e durante un paio di attacchi di panico ricordo che guardai disperatamente la finestra aperta come unica soluzione per stroncare quella straziante agonia. Da quel giorno quando sento chi critica un suicidio a prescindere comprendo che davvero mancano loro elementi per giudicare, io non giudico più nessuno in questo frangente. Spoiler: Tutti gli altri giorni dell’anno sono la persona più felice di questo mondo, mai pensato al suicidio in vita mia, nemmeno quando ascoltavo Doors, Nirvana , Pink Floyd e mi hanno bocciato 2 volte alle superiori, ma neanche ai tempi di “Come un vecchio incensiere all`alba di un villaggio deserto” che io ascoltavo in loop ma che se tu sei in grado di finire anche una sola canzone di quell`album pazzesco puoi capire quanto io sia inattaccabile dagli agenti esterni, e` successo solo in quei due micro istanti di acuta sofferenza. E comunque recentemente quell’appartamento l’ho venduto, a scanso di equivoci! Vabbe` comunque, quando stetti male riuscii a trovare la forza per guidare fino al pronto soccorso o forse era la guardia medica, non ricordo. La prima volta trovai un medico giovane, forse marocchino, comunque non italiano, mi ascolto` a malapena e senza nemmeno lasciarmi finire mi prescrisse dello Xanax, al tempo non sapevo nemmeno cosa fosse. Tornai a casa e ne presi la dose consigliata. Ora, io non sono uno stinco di santo, tra droghe e funghetti allucinogeni qualche brutto viaggio me lo sono fatto in vita mia ma la sensazione  che mi fece quell`esperienza con lo Xanax mai prima di allora! Intontimento, stato catatonico, sapore disgustoso in gola, brutta insomma, talmente brutta che decisi di non prenderlo più! La notte successiva dopo l’ennesima crisi tornai alla guardia medica e fortunatamente trovai un angelo, una dottoressa che mi ascolto`, si arrabbiò molto per il fatto che il medico precedente mi avesse prescritto lo Xanax con estrema leggerezza e dopo avermi ascoltato mi disse che il corpo ha il suo modo di lanciare segnali all’anima, che  per esempio se non si e` grado di dire un qualcosa a qualcuno per lungo tempo, il corpo ci attaccherà la gola, mentre se non si vuole più sentire qualcosa che si protrae da lungo tempo il corpo manda segnali all’apparato uditivo. Non potevo crederci! Magari era una storia dall’effetto placebo ma con me che mi trovavo in mezzo a più campane ed ognuna voleva dire la sua incurante delle mie condizioni funzionò alla perfezione per aiutarmi a gestire in maniera migliore le successive crisi. Di lì a breve mollai tutto e complice anche questa situazione, venni a vivere in Giappone. 

Questo problema però da allora non mi ha mai abbandonato, ho imparato a gestirlo ma di fatto ci convivo tutt`oggi. Purtroppo io mi raffreddo dalle 2 alle 3 volte l’anno, ergo sto di merda almeno 10 giorni su 365. Ma tanto di merda eh! Almeno fino all’anno scorso (incrociamo le dita). Da quella mia prima volta, non riuscendo a trovare una cura per il mio tic ho cercato se non altro di provare a non raffreddarmi più e quindi a parte i vari consigli della nonna “copriti che fa freddo” vestiti che sei sudato” “asciugati i capelli prima di uscire” (comunque questa è una bufala, l’ho letto su focus!)  e via dicendo ho cominciato ad adottare varie  precauzioni e sperimentare rimedi che su internet sembrano miracolosi: dieta vegana, dieta a zona, acqua calda e limone la mattina, succhi di erbe millenarie, spremute di agrumi e verdure nei cambi di stagione, tisane a base di limone zenzero e miele, vitamina C ferro e magnesio come se piovesse, insomma, ho provato di tutto ma i miei due barra tre raffreddori annuali da una settimana l’uno li ho sempre portati a casa. Ora, forse il merito e` di questa pandemia che ci costringe a fare più attenzione rispetto a prima, a lavarci le mani più spesso e mascherarci in luoghi affollati ma io e` più di un anno  che non prendo un raffreddore e questo coincide con la mia nuova colazione mattutina! Non sono qui per convincere nessuno e sono conscio non funzioni per tutti perché la divido da 6 mesi a questa parte anche con mio figlio Kai ma lui continua ad ammalarsi ogni 3 per 2 (in realta` meno di prima se devo dire la verita`) e portare a casa malattie che solitamente attaccava anche a me mentre ora ho scampato due volte almeno il giro di raffreddori e influenze che ci si scambia in famiglia. La mia nuova colazione consiste in 300 ml di latte di mandorla, 2 misurini e mezzo di proteine in polvere organiche al cacao con semi di Chia e altri superfood, una banana e un cucchiaio di burro di arachidi frullati assieme. Io penso che il vero artefice di tutto ciò sia il latte di mandorla perchè prima usavo quello di soia e mi ammalavo lo stesso ma ora, in 1 anno solo un giorno di febbre, quando di solito minimo mi dura 3 giorni. Ecco, questa e` sicuramente la scoperta piu` positiva del mio 2021.

Il mio albero della salute!

Nel frattempo un piccolo passo verso il raggiungimento del mio obiettivo primario del 2022 e` appena stato raggiunto. E` martedì 11 Gennaio ed è il primo giorno di quest`anno in cui finalmente sono operativo dal momento che le scuole hanno riaperto e i parenti se ne sono andati. Avrei mille cose da fare lavorativamente parlando ma ho scelto di scrivere questo lunghissimo post sul mio Blog personale che non monetizza e viene letto si e no da 10 persone al giorno ma che mi fa stare bene mentre lo scrivo, e` terapeutico e mi appaga come solo una corsa di almeno 5 km riesce a fare. Bene così!

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E fu così che passai il Natale in un Hotel da 1000 euro a notte.

W Hotel Osaka


Una  cosa su tutte che  rimprovero a me stesso  e` quella di non essere in grado di dire di no per paura di deludere il prossimo. Sono in buona compagnia lo so, siamo in tanti a soffrirne, solo speravo che con l’età o con l’esperienza questa forma di remissività  si sarebbe attenuata da sola e invece per l’ennesima volta devo constatare che non e` cosi. Il rovescio della medaglia però e` che  talvolta questa  incapacità mi costringe ad uscire dalla  zona di comfort per infilarmi in situazioni che  si rivelano anche piacevoli e che se fossi stato in grado di dire di no non avrei mai provato.

Questa mia caratteristica e` anche uno dei motivi per i quali apprezzo vivere in Giappone. Se vista con gli occhi di un italiano  la società giapponese ha problemi sociali e relazionali ben più grandi dei miei e difficilmente mi sono ritrovato in situazioni spiacevoli o in difficoltà in quanto e` davvero raro trovare giapponesi invadenti, e` forse più probabile, soprattutto agli inizi della mia avventura qui che io possa aver causato disagi a loro con il mio modo di fare spesso molto amichevole e giocoso. C`e` da dire però che se  io  do la mia parola, anche se consapevole di essere stato messo con le spalle al muro o di averlo fatto in situazione di disagio nella quale si percepiva chiaramente  che la persona che mi ha fatto promettere quella determinata cosa ha usato il suo potere per estorcermi tale promessa in maniera poco etica, a malincuore tendo sempre a mantenerla perché sono cresciuto con determinati valori del tipo ogni promessa è debito e via discorrendo, mentre se un giapponese promette un qualcosa e poi cambia idea, o nel momento stesso in cui lo fa non e` convinto della cosa ma non riesce a dirlo come appunto capita a me, semplicemente non mantiene la promessa e se glielo fai notare ride di imbarazzo ma nulla piu. Semplicemente qui la promessa non ha il valore che ha da noi.  Ovviamente questo accade in un rapporto paritario come un’amicizia o una conoscenza  perché se invece si tratta di ambiente di lavoro tutto cambia. 

Kyoto e` una citta` abbastanza multietnica e prima della pandemia non era difficile imbattersi in serate spesso gratuite organizzate da enti o startup con gli scopi più svariati.

Una volta partecipai ad una lezione tenuta rigorosamente in inglese durante la quale un ragazzo spiegava le basi della programmazione per conto di una startup con sede a Tokyo ma espansa da poco anche a Kyoto. Il loro obiettivo probabilmente era raccogliere potenziali studenti per i loro corsi intensivi di programmazione. Fu una serata piacevole. Dopo i primi 10 minuti capii che quel mondo non faceva per me ma rimasi colpito dalla passione con la quale questo ragazzo spiegava cose a me incomprensibili.

Dopo circa 6 mesi da quell’evento provai a cimentarmi nella costruzione di un sito internet per uno dei miei progetti e, alle prime difficoltà, mi ricordai di quel formatore tanto bravo conosciuto all’evento. Contattarlo non fu facile perché lui nonostante sia un nerd non ha account social. Non più almeno, troppe distrazioni dice. Niente Facebook,  niente Instagram, niente di niente. Solo Line, (l`equivalente del nostro Whatsapp in Giappone) che utilizza in finestre ben definite della giornata, se manchi quell’arco temporale ti risponderà il giorno successivo o quello dopo ancora. Quanto invidio questa gente!

Finalmente riesco a mettermi in contatto con lui, gli spiego il mio progetto e gli dico che vorrei farmi un sito internet, che non ho le competenze e che avrei bisogno di un paio di dritte ma che, causa pandemia non ho un budget a disposizione dato che le mie entrate sono ferme ad inizio 2020 e lui, Alex, un ragazzo californiano si dice entusiasta non solo di darmi  due dritte ma vuole proprio farmi tutto il sito aggiungendo che imparare ad utilizzare WordPress ed Elementor, la piattaforma che avevo scelto inizialmente per la creazione del sito, e` una sfida che lo alletta. Cominciamo quindi la nostra collaborazione che dura più di un anno con vari incontri su Zoom e un paio di uscite. Io non ho fretta in quanto il progetto non e` ancora ultimato ed Alex mi da una mano nei ritagli di tempo visto che lavora a tempo pieno per una nuova startup. Talvolta non ci si sentiva anche per mesi ma quando lo si faceva non era più solo per lavoro, stava nascendo comunque un amicizia.

Io WordPress proprio non lo capisco. Lo so, anche questo blog e` su WordPress, me lo creo` un amico napoletano conosciuto su internet dopo che Myspace decise di chiudere i battenti. Antonio, alias TopGun, chissà come se la passa (quando finisco di scrivere questo post lo cerco su internet), mi disse che era un peccato che tutti i miei racconti australiani andassero persi e decise di provvedere personalmente e in maniera del tutto gratuita a fare ciò che io non ero capace di fare, migro` il mio blog da MySpace a WordPress in modo che io non perdessi niente per strada e personalmente non lo ringrazierò mai abbastanza perché di fatto questo blog anche se incostante rappresenta il vero hard disk della mia vita dai  27 anni ad oggi, però resta il fatto che a me WordPress non piace. Lo trovo troppo poco intuitivo per una testa come la mia e tante volte in cui ho avuto la vena creativa aperta mi sono perso a lottare in tecnicismi con la piattaforma  per buona pace dei post che non hanno mai più visto la luce! Questo mi rimanda ad uno dei consigli che voglio dare a me stesso del 2022 ovvero di rimanere  semplice, non sempre infatti  migliore è sinonimo di meglio ma anzi, spesso migliore per me ha significato niente. Mi spiego meglio, ho voluto creare un sito in WordPress con builder “Elementor” perché un’ondata di youtubers in quel periodo raccomandava o forse e` meglio dire “sponsorizzava” l’accoppiata dicendo fosse la migliore sul mercato e decisi quindi di impuntarmi su quei due strumenti per poi capire mesi più tardi che quel poco che avevo costruito in 1 anno di frustrazioni poteva essere fatto in 30 minuti con Wix, un’altra piattaforma a detta di molti meno customizzabile di WordPress  e pertanto sconsigliata. Ma il punto e`.. chi se ne frega! Io che cosa ci devo fare con il sito? Un semplice sito vetrina. Io non sono un tecnico, io devo arrivare al cuore della gente con le mie parole e nient`altro. Non devo costruirmi un e-commerce, una community o altre cose molto più impegnative e quindi lo strumento più adatto a me e` Wix, non WordPress. Se non devo vincere delle gare ma ci devo andare a fare la spesa, una panda e` preferibile ad una Ferrari. Se non sono un super smanettone che vuole idealmente poter essere in grado di fare tutto ma preferisco fare meno cose senza rotture un Mac e` sicuramente più adatto di un PC ai miei scopi. Questa cosa tendo spesso a dimenticarla, ricordo ancora che passai quasi 2 anni senza stereo in macchina da giovanissimo perché non riuscivo a decidere quale era l`opzione migliore senza rendermi conto che a volte piuttosto che niente è meglio piuttosto e che un banalissimo stereo da cinquanta euro abbinato a due casse da venti sarebbero sicuramente stati meglio del silenzio che ho ascoltato per anni alternato al cigolio dei tergicristalli quando pioveva, che poi quando finalmente ho acquistato quello “figo” mi e` durato si e no 6 mesi perché in una delle tante serate in cui appunto non sono riuscito a dire di no, sono controvoglia andato all`AlterEgo, una discoteca della mia citta` e me l’hanno rubato mentre ero dentro ad annoiarmi! Se avevo quello da 50 euro secondo me non succedeva!

Resomi conto di ciò quindi decisi di chiamare Alex e spiegargli la situazione, gli dissi che mi dispiaceva avergli fatto perdere del tempo ma che preferivo passare a WIX ed inglobare il sito a cui stava lavorando e quello di Sakura River Inn in un unico sito aziendale www.groma.org che sarei stato in grado di costruirmi finalmente io da solo senza più dover rompere le scatole a nessuno e così feci.


Passarono più di 6 mesi e un giorno trovai un messaggio di Alex sul telefonino:

– Hey Andrea come va? Tu e la tua famiglia avete progetti per Natale? Se non ne avete ancora mi piacerebbe pagarvi una notte in un hotel di lusso ad Osaka e i biglietti per tutti e quattro agli Universal Studios Japan (una specie di Disneyland). Davvero, non e` uno scherzo, ma in cambio avrei bisogno del tuo aiuto per qualcosa (faccina che ride con occhiali da sole). Posso chiamarti oggi?

Ecco,  conoscendo appunto la mia incapacità di dire di no unita al fatto che Alex era una persona che conoscevo poco ma con la quale comunque mi sentivo in debito di gratitudine ho cominciato a sudare freddo… Oh mio Dio (Dai che son Veneto, non ho detto Oh mio Dio!!) e adesso cosa mi chiede questo qua? Qualcosa di illegale? Come faccio ad uscirne? Gli scrivo che ho già impegni? Nel mentre mi consulto con Mayumi e con molta naturalezza mi risponde di chiamarlo e di sentire cosa c`e` da fare in cambio ma si dimostra comunque molto meno diffidente del sottoscritto. La cosa non mi sorprende, Mayumi sa farsi valere molto più di me se qualcosa non le va a genio e questo è anche uno dei motivi per i quali la nostra “azienda di famiglia” funziona, su molte cose ci incastriamo alla perfezione, ognuno sopperisce alle carenze dell’altro, io ho bisogno di una persona che dica no al posto mio e lei ha bisogno di una persona che che veda il futuro sempre in chiave positiva.

Ci sentiamo telefonicamente. Nonostante l`inglese non sia la mia lingua madre percepisco in Alex un leggero imbarazzo nel trovare le parole adatte a formulare la richiesta dai suoi continui giri di parole tanto che una volta capito dove vuole andare a parare decido di intervenire io e suggerirgli le parole per arrivare al punto. Alex ha una fidanzata giapponese, hanno una relazione a distanza in quanto lei vive a Nagoya e lui a Kyoto. Stanno insieme da un paio d’anni vedendosi nei week end e anche se non se lo sono detti chiaramente  lei gli ha fatto capire che si aspetta una proposta di matrimonio entro la fine dell’anno e il tempo stringe. Alex e Saya adorano gli Universal Studios Japan e ci vanno almeno 3 volte l`anno. Alex ha deciso che proporrà a Saya di sposarlo il giorno di Natale e non vuole badare a spese. Ha scelto l’hotel più costoso della città e il suo piano consiste nell’effettuare il Check in nel primo pomeriggio, andare agli Studios non appena depositati i bagagli e rimettersi nelle mani del suo complice, ovvero del sottoscritto qualora decidessi di accettare la suo offerta. Avrebbe bisogno di una persona che entri furtivamente nella sua stanza e cominci a preparare l’atmosfera per la proposta che verrà effettuata “a sorpresa” una volta rientrati nella stanza. Secondo Alex la cosa migliore è che il complice dorma lui stesso nell’hotel onde evitare inghippi e sapendo che comunque io sono un padre di famiglia ha deciso di estendere la sua offerta a moglie e figli. Mi consulto con Mayumi e decido (Lei!) di accettare. Il Natale in Giappone e` una cosa tristissima, la gente va a lavorare come se fosse un giorno normale e la sera la si passa mangiando pollo fritto del KFC seguito da un dolcetto cioccolato panna e fragola del combini quindi non mi pesa assolutamente rinunciare a tale rituale ritenendo poi non essendo noi grandi amanti dei parchi divertimenti che può essere una buona occasione per regalare ai nostri bambini una giornata che difficilmente se fosse dipeso da noi avrebbero vissuto, questi posti in Giappone sono super costosi e sempre affollati e spendere soldi per rimanere incolonnati delle ore sono cose che entrambi mal sopportiamo.

Ci incontriamo un paio di volte con Alex per pianificare i dettagli e decidere cosa comprare per la buona riuscita del piano, vuole una cosa molto romantica e si fida del mio essere italiano ma di fatto quando c`e` una donna di mezzo in queste cose le redini le prende in mano lei, soprattutto Mayumi che ancora si ricorda della mia proposta di matrimonio fatta in slalom tra una merda di Alpaca e un altra dopo essere scesi dalla funivia che da Malcesine porta sul Monte Baldo!

Ci accordiamo su tutto e nel mentre mi rendo conto che Alex ha fatto proprio bene a rivolgersi a noi per la capacità che abbiamo avuto di leggere la situazione, analizzare i possibili problemi e risolverli, questa è la cosa migliore che mi prendo da tutta quest’esperienza, non l’esperienza dell’hotel, non la giornata all`USJ ma la parte organizzativa. Un piccolo sussulto lo abbiamo avuto quando per una serie di circostanze siamo venuti a sapere il prezzo di ognuna delle nostre camere a notte, più di 1000 euro! Tra l`altro colazione esclusa! 50 euro a testa per la colazione. Parcheggio 50 euro! Frigo bar non incluso se non acqua e caffè, piscina non inclusa, praticamente qualora ne avessimo avuto il tempo, godersi l`hotel senza spendere ulteriori soldi sarebbe stato impossibile. Ecco in quel momento avrei voluto cancellare tutto, anzi, ricordo che gliel`ho proprio detto… Alex… 1000 euro? Più 200 euro di 2 giorni all`USJ per noi? No no cancella tutto, davvero mi spiace ma non mi sento a mio agio con questo prezzi, troppa responsabilità, forse non siamo le persone adatte, ma lui ci ha rassicurato dicendo che aveva preventivato un budget molto più alto che era davvero felice di condividere quest’esperienza con noi, a questo punto avevo le mani legate!

Il risultato e` stato questo:

Abbiamo avuto circa tre ore a disposizione nelle quali mi sono dovuto gonfiare TUTTI i palloncini a fiato da solo mentre Mayumi disponeva i petali e le candele a led! La bottiglia di Champagne e` stata una mia idea, e meno male! Alex non ci aveva pensato, ma come si fa dico io a fare una proposta in una camera di Hotel e poi non ubriacarsi subito dopo per dimenticare l’errore fatto! Sono sicuro che al prossimo matrimonio mi chiederà` il Whisky! Scherzi a parte, menomale che ci ho pensato io perché nei distributori all’entrata una bottiglia da 375 ml costava 3 volte quando ho pagato io quella da 750ml.

Distributore di Champagne nella Hall

Bottiglia che poi abbiamo bevuto assieme dopo che la futura moglie ha detto SÌ! Tutto è bene quel che finisce bene! Entrambi sono stati contentissimi e la loro felicità e gratitudine davvero si percepiva all`interno della stanza e questo ci ha ripagati di tutte le preoccupazioni e il lavoro svolto. Ancora una volta, dopo Tokyo, aver ascoltato Mayumi ha portato bene.

Per gli USJ invece cosa volete che vi dica … a mi quei posti li i me fa cagar! Non ho neanche fatto tante foto perché io sotto i 5 gradi vado in catalessi e non tiro fuori nemmeno le mani dalle tasche.

Buon anno a tutti!

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Habemus Land!

Aoshima Miyazaki nel Kyushu a sud del Giappone.

“Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non e` andato sprecato: è quello il posto in cui devono stare. E adesso metteteci  le fondamenta.” Henry David Thoreau

Questa semplice massima ha auto nel tempo il potere di cambiare radicalmente il mio modo di pormi nei confronti dei sogni come solo un mantra sa fare.

Fu la citazione che in primis mi convinse a mollare tutto e partire alla ricerca della felicità e del mio posto nel mondo con il sogno più che obiettivo di trovare l`appezzamento di terreno fronte mare dove avrei costruito il mio chiringuito e per questo vissuto per sempre felice e contento.  La trovai contenuta all`interno del libro di Rolf Potts “L`arte di vivere viaggiando” più di 15 anni fa e da allora non mi ha mai abbandonato. Chissà che emozioni susciterebbe in me oggi quel libro, mi viene spesso voglia di rileggerlo assieme a “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, il primo capace di farmi appassionare finalmente alla lettura come svago e non come noioso compito per casa. Sarei curioso di vedere se a distanza di quasi vent’anni e centinaia di nuovi libri letti nel frattempo sarebbero ancora capaci di suscitare in me le stesse emozioni di allora, ma siccome sono quasi sicuro che la risposta sia negativa preferisco non farlo e tenermi quell’idea ormai mistificata che mi sono fatto su di loro, un po come quando riguardo un film che reputavo bellissimo in gioventù ma che ora mi appare lento e scontato. Ecco per questi due libri, e forse solo per questi due che cosi tanto hanno rappresentato per me, non voglio che accada!

Sono sempre stato un mago nell’arte  della visualizzazione, quella che da “The Secret” in poi sembrerebbe essere divenuta di moda grazie ai vari esperti di crescita personale che incitano i propri allievi ad avere una Visual Board il più dettagliata possibile ma che quando lo facevo io,  a detta di familiari e professori, equivaleva ad avere la testa tra le nuvole, e in effetti io una vera e propria lavagna fisica non l’ho mai avuta, ma essendo  avanti per quel periodo storico,  tenevo tutto in cloud… ovvero nella mia testa, fra le nuvole, quindi tutto torna!

Il mio chiringuito sarebbe stato un po ‘così:

Esempio del Chiringuito che non ho mai avuto!

Locato in un paradiso tropicale dove fa sempre caldo, di forma circolare e con tetto in paglia a pochi metri da un mare cristallino posato su sabbia bianchissima e bellissime piante autoctone come palme e banani a delineare l`insenatura (tutta mia ovviamente).

La mia casa era poco lontana da lì. 

Mentre il chiringuito era di per sé molto colorato lei invece era bianca, fatta a parallelepipedo, con ampie vetrate in sala e in camera da letto dalle quali vedere l’oceano ed uscire a piacimento per giocare col cane anch’esso bianco a tirargli il bastone sul bagnasciuga mentre mia moglie (non so chi ma bella, con dei lunghi capelli scuri, sicuramente non asiatica ma inspiegabilmente nemmeno di colore nonostante io avessi sempre avuto una predilezione per il genere ) preparava la cena e successivamente veniva fuori a chiamarmi con una lunga vestaglia bianca di lino! Tutto bianco insomma!

Col tempo poi le cose cambiano e realizzi che il detto “occhio a quello che desideri” non e` poi cosi sbagliato!

Innanzitutto partiamo dal paese… tropicale non e` solo sinonimo di caldo, (che poi, quanto caldo? Perché qui a Kyoto d’estate non si vive all`aperto!) ma anche di umido, afoso, stagione delle piogge, stagione dei tifoni, animali esagerati, rischio tsunami, in caso di paese tropicale povero possibile malasanità nonché criminalità, mentre in caso di paese tropicale ricco beh, ricordo che sono partito per l’Australia con un biglietto aereo pagato a rate … anche i sogni hanno un limite!

Il Chiringuito… il fatto che a quei tempi la mia vacanza ideale consistesse nel sorseggiare cocktail in Chiringuito come quello descritto sopra, cosa che peraltro avrò fatto si e no 5 volte in vita delle quali 4 non ho ricordi quindi forse l`ho fatto una volta sola  perché soprattutto nei paesi più poveri del mondo se ne trovi uno che vende cocktail in spiaggia te li fa pagare più che in Italia ergo fuori budget per me non implica che gestirlo sia il mio lavoro ideale anche perché se sei un avventore e vieni circondato da ubriachi molesti te ne puoi semplicemente andare mentre se sei il boss hai il compito di cercare di mediare la situazione per il bene degli altri clienti e io queste cose le soffro molto, non penso avrei ne il coraggio ne l’autorevolezza necessarie in queste situazioni e quindi fanculo anche il Chiringuito!

La casa in riva al mare con ampie vetrate… bellissima, nei film! Delle ditate e della salsedine che ti costringeranno a passare il resto della vita a lavare i vetri che comunque non verranno mai puliti vogliamo parlarne? Che poi io spesso nonostante il  grande lavoro fatto interiormente in questi ultimi anni sono ancora  il tipo che se fuori c`e` un tramonto mozzafiato ma nel frattempo vedo un`impronta sul vetro mi concentro su quella non godendomi più il panorama finche non mi costringo ad alzarmi per pulire la ditata che nel frattempo non vedo piu` rischiando cosi di perdere il momento clou in cui il sole sparisce nel mare, che coglione! E poi, della sabbia che passerà per forza di cose anche attraverso le zanzariere costringendomi a tenere costantemente le vetrate chiuse non diciamo niente? E della gente che di sera ti vede dentro mentre tu   a causa del buio non vedi fuori? E dei malintenzionati che se decidono di rapinarti tu sei da solo nella tua cavolo di insenatura senza vicini ai quali chiedere aiuto? E dei futuri figli che in età infantile apriranno di soppiatto le vetrate mentre tu stai cazzeggiando per noia sul tablet e andranno a giocare sul bagnasciuga con la possibilità di essere risucchiati da una risacca d`acqua facendoti logorare per sempre dai sensi di colpa?

Attento a ciò che desideri! 

Detto ciò fortunatamente la vita ha deciso di non infierire sulle mie patologie ansiogene e premurosamente  ha fatto in modo di tenermi ben distante dal mare per la maggior parte dei miei primi 40 anni di vita ponendomi  di fatto al sicuro in bellissime gabbie dorate come Verona e Kyoto. 

Ma io in gabbia non sono felice. Sopratutto se so di avere un mazzo di chiavi in tasca con la possibilta` che una di queste sia quella che apre la gabbia.

Per quanto mi sia sforzato nel tempo a farmi andare bene determinate cose a me piace il mare. Anzi, “A me basta il mare” parafrasando il titolo di un libro della mia amica e scrittrice Georgia Briata. Posso anche non vederlo o entrarci per giorni, d’altronde non so nemmeno nuotare, ma devo essergli vicino, respirare la salsedine e sentirne il suono delle onde che si infrangono sulla riva, l`unico capace di calmare i miei pensieri. Ho 40 anni passati, sono probabilmente di poco oltre il bel mezzo del cammin di nostra vita e l’ultimo tratto voglio farlo accanto a lui.

Non ho mai smesso di sognarlo da quando ho lasciato l`Australia, ma dapprima il lavoro che andava a gonfie vele, poi la nascita dei figli, insomma, per una serie di scuse che non reggono nemmeno mentre provo a rendermele credibili non ho mai avuto il coraggio di fare il grande passo e mollare tutto di nuovo. La verità e` che probabilmente avrei dovuto rimanere a Byron Bay quando ne avevo la possibilità ma rimuginare il passato non serve a nulla. Se sono quello che sono oggi e` anche grazie a questi anni di purgatorio. (Bella roba proprio!!)

Byron Bay in Australia e` uno dei miei due posti del cuore. Più volte in questi  anni passati a Kyoto durante le mie crisi esistenziali ho contattato amici che ancora vivono la, consultato annunci di lavoro e valutato con Mayumi la possibilità di tornarci in pianta stabile ma sarebbe stato davvero un passo troppo lungo rispetto alla nostra gamba. Innanzitutto il lavoro con la Guesthouse andava a gonfie vele e non ce la sentivamo di mollare tutti quei soldi per ripartire da zero in un paese che nel frattempo si era fatto molto più restrittivo in fatto di leggi d’immigrazione e in una città diventata tra le più care del continente tanto da guadagnarsi l’appellativo di nuova Hollywood, e per noi sarebbe stato o Byron o niente, il resto del continente non era in considerazione. Senza contare che li saremmo stati entrambi immigrati senza nessun tipo di appoggio o vantaggio linguistico e distanti decine di ore d’aereo dalle rispettive famiglie quindi purtroppo il buon senso ha sempre messo a tacere cuore.

Ogni tanto però  noi si partiva all`avanscoperta per spiagge a caso del Giappone ma niente aveva minimamente il fascino di Byron o di una qualsiasi località balneare Italiana complice il fatto che spesso attorno alle spiagge di qui mancano i servizi e le strutture che fanno si che una zona di mare sia spesso sinonimo di luogo di svago, strutture ricettive non ce ne sono, ombrelloni neanche a parlarne, il tratto di sabbia che divide l`oceano dalla strada e` spesso brevissimo e forse a causa della zona particolarmente sismica il cemento abbonda ovunque rovinando l`atmosfera che si potrebbe venire a creare.

Sulla nostra lista tra i vari posti blasonati come Okinawa, Amami, Shonan, Chiba e compagnia bella c`era pure Miyazaki, se il nome vi dice qualcosa e` solo perché lo associate a Hayao Miyazaki autore di alcuni dei cartoni animati più celebri al mondo come “Il mio vicino Totoro” o “Porco Rosso”, altrimenti anche qui in Giappone in pochi la conoscono e quasi nessuno l’ha mai visitata, forse e` l’equivalente di una città come Crotone, bellissima ma… chi cazzo ci va a Crotone?!! Io non ho mai sentito nessuno parlarne!

Mayumi pero` continuava a insistere perché la visitassimo, diceva che in molti la chiamano la Byron Bay giapponese per le sue spiagge surfabili, il suo stile di vita rilassato e il giusto mix di hippie, surfisti e stranieri. Diceva che e` uno dei pochi posti in Giappone  dove la gente e` di larghe vedute e a conferma di ciò molti nostri amici giapponesi conosciuti a Byron una volta tornati a casa non sarebbero più stati in grado di reintegrarsi causa la rigidita` giapponese e si erano poi trasferiti lì aprendo qualcosa di loro, ma appunto causa la sua distanza da Kyoto per i miei primi sei anni in Giappone non ci siamo mai andati.

Un giorno la svolta…. non ricordo bene come ma su Youtube ho trovato questo video:

e` un video di surf ambientato a Miyazaki anche se la citta` non si vede per nulla ma i colori, le musiche, la grana nostalgica e la bravura del suo autore nel ricreare la particolare atmosfera del luogo hanno fatto sì che scattasse qualcosa dentro di me… Volevo assolutamente visitare Miyazaki!

Con la nascita del secondo figlio decidemmo di comprare una macchina più grande, una monovolume come la stragrande maggioranza delle famiglie qui. Era Luglio 2019.

Ad agosto di quell` anno presi dall’euforia dell’auto nuova decidemmo finalmente di fare un viaggio all`avventura come ai vecchi tempi australiani e fissammo come meta Miyazaki.

La nostra macchina imbarcata sul traghetto notturno per Miyazaki. Dietro la nostra, una uguale!

E` stata una folgorazione. Neanche il tempo di visitarla tutta e nel mio cuore non avevo più due posti preferiti al mondo ma 3! Nel giro dei successivi due anni siamo tornati 4 volte e già dalla prima ci siamo messi in moto per trovare un terreno da acquistare. Fortunatamente il Karma del viaggiatore ci ha messo in contatto già dal terzo giorno del nostro primo viaggio con una coppia che si e` poi rivelata determinante per l’acquisizione di un terreno che sulla carta non era in vendita ma di fatto ni.

Si trattava di 200 Tsubo, unità di misura giapponese. 1 Tsubo equivale a circa 3,3 metri quadrati quindi 200 tsubo sono circa 660 metri quadri, metratura ideale per il progetto che avevo in mente. Avviammo le trattative e l’agente immobiliare incaricato riuscì a far cambiare idea alle proprietarie che dapprima sembravano restie a vendere. Ottimo no? Purtroppo era la fine 2019 e di lì a poco arrivò la pandemia portandosi via tra le varie cose anche il nostro lavoro. A malincuore contattammo l`agente immobiliare spiegandogli che vista la crisi del nostro settore non ci sentavamo pronti a fare un passo di quella portata in un periodo di così alta instabilità, la trattativa si interruppe ma a nostra insaputa il terreno rimase sul mercato e un gruppo di amici del posto lo opziono`. Erano 3 famiglie dapprima decise a prenderlo tutto ma successivamente una delle tre se ne tiro` fuori e le altre due comprarono solo la meta` del terreno a disposizione per costruirci sopra le loro 2 case.

Appena saputa la notizia io e Mayumi presi dallo sgomento decidemmo di comprare il restante terreno dalla proprietaria che nel frattempo aveva di nuovo cambiato idea e non era più sicura di vendere la rimanenza. Sono stati due anni di attesa snervante più che di trattativa in quanto non si e` mai discusso su nulla. Nonostante avessimo acconsentito a tutte le loro richieste ci hanno messo 2 anni a mettere nero su bianco un accordo che fino ad una settimana fa era solo verbale, ma ora finalmente possiamo ufficialmente dirlo… Abbiamo il nostro terreno a due passi dal mare in un posto di cui siamo follemente innamorati!

Da quel giorno per noi è cominciata una vita nuova! Non sappiamo ancora quando riusciremo a trasferirci definitivamente a Miyazaki, ci sono molte cose da pianificare prima, innanzitutto vedere come si evolverà la situazione Corona in quanto non e` nostra intenzione mollare Sakura River Inn dopo anni di sudore spesi a farla diventare una delle Guesthouse più ambite di Kyoto su Airbnb, poi c`e` da avviare il progetto che mi ha impegnato per la maggiore in questi ultimi due anni e del quale sono veramente orgoglioso e di cui a breve parlerò anche qui sul blog e infine c`e` da decidere cosa fare del terreno. Il mio progetto iniziale prevedeva un mini villaggio per nomadi digitali ed ex viaggiatori in crisi come il sottoscritto, con chiosco annesso  più casa nostra, ma con 100 Tsubo purtroppo dovremo rivedere qualcosa, non c’è spazio per tutto ma non demordiamo, stiamo già valutando delle alternative e nei miei sogni spero di potermi stabilire in pianta stabile già dal 2023!

“Se avete costruito castelli in aria, il vostro lavoro non e` andato sprecato: è quello il posto in cui devono stare. E adesso metteteci  le fondamenta.” Henry David Thoreau

“Ma prima, assicuratevi la proprietà del terreno in cui le metterete.” Andrea il Saggio Grobberio

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Tokyo Olimpic 2020

“Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora.”

Era inciso su una targa in marmo ai piedi di Casa Italia, il quartier generale azzurro per i giochi olimpici di Tokyo 2020 dove per quasi un mese ho accompagnato sportivi, presidenti ed addetti ai lavori in veste di autista del CONI. Chiaramente chi ha pensato questa frase non aveva me come riferimento ma la miriade di eccellenze e sportivi olimpionici che hanno varcato quella soglia durante tutto il periodo della manifestazione però ha colpito nel segno anche il sottoscritto un po come quei ritratti che da qualsiasi angolazione tu li guardi sembrano fissare proprio te!

Chissà, ho pensato più volte seduto in macchina nell’attesa che i clienti tornassero,  se nel novembre del 2007,  quel ragazzino veronese di 27 anni partito dall’Italia per l`Australia con un biglietto aereo pagato a rate, senza un lavoro, un posto dove stare e un benché minimo piano d’azione se non quello di bere una birra di fronte all’Opera House di Sydney e solo successivamente porre le basi per il suo folle piano di girare il mondo alla ricerca di un posto sulla spiaggia dove aprire il suo chiringuito si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi nel 2021 a Tokyo per le Olimpiadi 2020, che già fa ridere così, a fare l’autista di VIP e atleti della delegazione Italiana in Giappone, non tanto per il lavoro in sé, quanto perché agli antipodi del suo essere, lui che odiava le città,  il traffico,  camicie  cravatte e lustrini, lui che si perdeva e si perde tuttora anche nei bagni di un centro commerciale, lui che odiava questo genere di responsabilità si sarebbe trovato 14 anni dopo la sua partenza a portare in auto personaggi di spicco in giro per una delle più affollate metropoli del mondo, vestito da pinguino, balenando sicurezze che non gli si confanno  e millantando competenze che non gli appartengono. E` proprio vero che le trame di quel grande film che e` la vita alle volte superano di gran lunga la fantasia umana. E quindi eccomi qui, a buttar giù due righe in quella finestra temporale in cui le emozioni hanno smesso di far male ed il ricordo e` ancora nitido e reale prima che finisca mitizzato alterandosi  inevitabilmente.

Ma andiamo con ordine. Chi mi conosce sa che lavoro nel turismo, ho una Guesthouse a Kyoto che lavora prevalentemente con clienti stranieri  per cui non e` difficile immaginare il periodo di crisi in cui riversa la mia attività e tutto il settore in generale. Un  pomeriggio mi chiama un amico e collega: – Senti io visti i tempi che corrono con le nostre attività me ne vado 1 mese a Tokyo a fare l’autista per il CONI alle Olimpiadi, c’è ancora posto, vuoi mandare la tua candidatura? Io:  – No dai ti ringrazio, innanzitutto il lavoro non fa per me, poi conoscendo mia moglie, con 2 figli piccoli, l’attività da portare avanti e la scuola che sta frequentando la vedo  infattibile. – Peccato perché sarebbero bei soldi! – Eh si davvero, però dai, sarà per la prossima.

Mia moglie: – Chi era al telefono?

Io: Era Christian, dice che c`e` un lavoro a Tokyo per 1 mese. Portare la spedizione olimpica italiana in giro in macchina, dai loro alberghi ai vari impianti sportivi per passare poi a Casa Italia, aeroporti e via discorrendo. Sono anche xxxx soldi per 24 giorni ma ho già detto di no praticamente.

Mia moglie (che adora le olimpiadi e non disdegna i soldi): – Ma sei scemo? Chiama subito e vedi se c’è ancora posto!

Io: Ma chi cazzo la conosce Tokyo? Lo sai come sono fatto, non so le strade, non ho orientamento, non so leggere i Vostri navigatori, mi viene l`ansia, poi magari mi fanno anche tagliare i capelli! No no, non ce la posso fare!

E come spesso accade in tutte le famiglie patriarcali che si rispettino, tutto e` bene quel che finisce bene, dopo circa qualche ora avevo il lavoro! Ero diventato un Driver del CONI.

Io nel parcheggio della Kokugikan Arena che attendo il ritorno del mio presidente

Li per li non ci ho pensato più di tanto, mancava ancora qualche mese e le Olimpiadi non erano sicurissime quindi presi la cosa sottogamba ma col passare del tempo l’ansia da prestazione si fece sempre più pressante fino quasi a logorarmi durante i primi giorni di lavoro per poi rendermi conto già da subito che ero davvero in buona compagnia, non tanto per l`ansia ma per l`incapacità! A parte due o tre tutti gli altri se la giocavano con me!

In tutta onestà, sono quindi partito per Tokyo solo per soldi. Le Olimpiadi non mi interessavano, non mi sono mai interessate. Sportivamente parlando poi sono in lutto, il mio Chievo e` da poco fallito, Valentino Rossi si ritira` a fine stagione e io ho perso interesse nello sport in generale, il mio unico obiettivo da un paio d’anni a questa parte e` quello di tenere fede al me bambino, ovvero 27enne! C’è una cosa che ho sentito alla radio un po di tempo fa che mi ha fatto riflettere moltissimo e  che diceva… se tu potessi incontrare il tuo te 12enne,  cosa gli diresti? E lui cosa ti direbbe? Beh, il mio me 12enne ormai non me lo ricordo più, non saprei  davvero che dirgli, forse gli darei un paio di pugni in faccia e poi lo porterei a troie per festeggiare giusto per togliergli quel paio di blocchi che avrà da adolescente ma quello e` un altro discorso, il mio me 27enne invece e` ancora vivo nei miei ricordi e lui voleva andare a vivere al mare, ha mollato tutto ciò che aveva per questo e davvero da un paio d’anni sto facendo tutto il possibile per accontentarlo, ho anche già trovato il posto! Talmente di tutto pero` che mi stavo dimenticando di vivere il presente, e quest’esperienza Tokiense partita con zero aspettative se non quella di fare soldi per avvicinarmi ancor di più a questo sogno si e` rivelata   una ventata di aria fresca che  prepotentemente ha soffiato dentro di me togliendomi un grandissimo strato di polvere dal cuore, facendomi vivere per un mese nel qui ed ora a differenza di prima che senza più nemmeno accorgermene vivevo una vita di sacrifici e privazioni in virtù di quel giorno in cui finalmente potrò vedere realizzato il mio sogno, il giorno in cui avrò la mia vita sul mare. Ora, non sto assolutamente criticando questa scelta, e` la motivazione che mi fa alzare sereno il mattino  in un’età dove troppo spesso ormai vedo amici, parenti e conoscenti  cadere in preda a depressioni e smarrimenti in quanto troppo giovani per esser vecchi e troppo vecchi per esser giovani, ma Tokyo di fatto mi ha ricordato che il presente e` un dono ed e` importante tanto quanto il futuro.

Il lavoro in se non e` stato male. In pratica ero pagato per aspettare più che per guidare. Eravamo un gruppo di una trentina di autisti , per lo più italiani e giapponesi  e dovevamo essere a disposizione dalla mattina presto fino talvolta a mezzanotte inoltrata. Io a parte i primi due giorni nei quali non ho fatto nulla se non giri di ricognizione per imparare i vari accessi alle manifestazioni ed andare a prendere un paio di atleti all’aeroporto di Haneda per portarli al Villaggio Olimpico successivamente sono  stato assegnato a 2  presidenti di federazione. Mentre  atleti, allenatori e addetti ai lavori condividevano le vetture i presidenti godevano del privilegio di viaggiare sempre da soli. 

Come spesso mi accade nella vita quando prendo decisioni avventate o comunque mi lancio in situazioni in cui so di non avere il controllo, (va di moda di questi tempi dire …. uscire dalla propria comfort zone…) il destino o il Karma del viaggiatore mi ha aiutato anche questa volta. Era già successo all’aeroporto di Sydney nel 2007 quando appena sceso dall’aereo venni praticamente abbordato da una bellissima ragazza di Torino nelle stesse mie identiche condizioni, (con la quale non ci fu mai nulla) che  con la scusa di chiedermi come si compila il modulo per la dogana, nonostante sapesse l`inglese alla perfezione ed avesse centinaia di viaggi alle spalle, finì per incrociare il mio destino da lì alla settimana successiva,  condividendo  la famosa birra davanti all’Opera House, l’unico letto disponibile in ostello la prima notte  in quel di King Kross, aiutandomi a comprare una scheda telefonica, creare un conto in banca ed imbarcarmi per Byron Bay con buona pace di tutti i miei tormenti notturni nei mesi precedenti alla partenza. Successe lo stesso anche nel 2002 quando chiusi la mia attività di serigrafia in Italia ed invece di cercare lavoro mi iscrissi in palestra dove casualmente incontrai un vecchio amico che mi parlò di un’opportunità lavorativa interessante in una azienda dove poi spesi i rimanenti 5 anni di vita italiani, o come nel 2008 quando  io e un altro italiano conosciuto a Byron Bay, con poche centinaia di dollari sul conto corrente,  invece di cercare lavoro come ci eravamo preposti a Bowen, decidemmo di andare in spiaggia e sfidare a calcio una coppia che stava chiaramente flirtando sul bagnasciuga, li battemmo tipo 10 a 0… quando la partita fu finita avevamo un lavoro in quanto il maschio della coppia era un fattore di origine italiana e ci diede da lavorare lasciando a casa 2 tedeschi che tra l’altro stavano nel nostro stesso campeggio e che per questo non ci rivolsero mai più la parola! Che regazzini!!

Potrei andare avanti ore con aneddoti simili che avvallano la mia teoria del “Karma del viaggiatore”, ma ormai si e` capito, e` quello che ti aiuta incanalandoti in situazioni che non avresti mai potuto immaginare nonostante tu ti possa scervellare preventivamente per mesi immaginando tutti gli scenari che ritieni possibili. E anche questa volta a Tokyo non e` andata diversamente.

A differenza di alcuni colleghi ai quali non e` andata molto bene, vuoi per incompatibilità caratteriale  o vuoi per iperattivita` dei loro clienti (nel senso che in una giornata volevano assistere a spezzoni di più   eventi possibili facendoli correre come dei matti) io ho trovato due persone squisite. Il primo, Vittorio Lai, presidente uscente della Federazione Pugilistica Italiana  e` stato per me una manna dal cielo. 78 anni ma gliene avrei dati almeno 10 di meno, sardo DOC, in due settimane mai un amnesia o un discorso ripetuto 2 volte, una vita frugale nonostante le sue possibilità, vissuta sul mare della sua bellissima Sardegna, uomo di un’integrità di altri tempi, riservato, taciturno, schietto e concreto . Con lui posso azzardare a dire che e` nata quasi un amicizia. Innanzitutto mi ha messo subito a mio agio permettendomi di svolgere il mio lavoro nel migliore dei modi, capendone le difficoltà e non infierendo qualora avessi sbagliato strada, cosa che in un paio di occasioni e` anche  successa. Col tempo mi ha allietato con i suoi aneddoti di gioventù, raccontandomi la boxe dal suo punto di vista e, una volta presa confidenza chiedendomi non per circostanza  ma con genuino interesse anche di me, dei miei sogni e progetti futuri, se amicizia e` una parola grossa posso dire che siamo entrati subito in sintonia tanto che una volta rientrato in Italia mi ha pure chiamato e il ricordo tuttora mi riempie di gioia. Con Vittorio oltre che dal lato umano mi sono trovato benissimo anche su quello lavorativo in quanto era un abitudinario, come nella vita anche nello sport, un unico amore, la boxe, nient’altro, con lui niente cambi programma dell’ultima ora, solo albergo, Kokugikan Arena e Casa Italia per buona pace della mia ansia da prestazione. Ho avuto anche la fortuna di sentirlo in azione mentre si complimentava o  rincuorava le sue atlete dopo gli incontri e devo dire che ho imparato molto dalle sue parole ed in un paio di frangenti mi sono perfino commosso.

Il secondo presidente che mi e` stato assegnato era il presidente del Pentathlon moderno, Fabrizio Bittner, una persona poliedrica come lo sport che rappresenta, animato da mille interessi molti dei quali comuni con i miei come la musica, la lettura, la psicologia, l’architettura e davvero tanti altri. Siamo stati insieme solo 3 giorni ma anche con lui e` stata una piacevolissima esperienza.

La camera singola del mio Hotel a Akasaka

Dal punto di vista pratico e prettamente funzionale rimango comunque basito come nel mio caso ad esempio, oltre a remunerarmi in maniera più che soddisfacente, abbiano pagato  anche lo Shinkansen (treno super veloce andata e ritorno Kyoto – Tokyo), una camera singola in Hotel di ottima posizione,  noleggiato un minivan con decorazioni per l’occasione, il tutto  per fare sì e no una media  di 1 ora al giorno di strada e le restanti sette otto nove.. dipende.. lasciarmi fermo nei vari parcheggi designati spesso col motore acceso (come altre decine di poveri cristi come me) previo la morte per disidratazione! Vedere un’Olimpiade dal suo interno e` stata un’occasione più unica che rara per capire lo sperpero di soldi che gira in manifestazioni di questo tipo. Davvero non avrei mai immaginato.

Dal punto di vista umano invece la sorpresa più grande. Come già scritto sopra da questa avventura non mi aspettavo niente se non più soldi possibile sul conto corrente. Non avevo preventivato uscite durante tutto il mio soggiorno né spese extra e invece ben presto ho dovuto ricredermi e non tenere fede alle previsioni della vigilia. 

Il primo giorno di lavoro e` stato davvero strano! Praticamente il nostro compito era quello di ritirare le chiavi della nostra autovettura nella Hall dell’hotel, dirigerci al parcheggio designato, trovare la nostra macchina ed aspettare istruzioni. 

Io Yoko ed Etsuko, due ragazze (azzo donne, non riesce ad entrarmi nell’ordine delle idee che stiamo invecchiando!) sposate con Italiani e che quindi conoscono la lingua avevamo la macchina uno affianco all`altra. Fu una totale casualità. Christian, il mio amico di Kyoto invece no ma una volta trovata la sua venne subito a parcheggiare vicino a me, così, in barba al buon senso relativo a questa pandemia ma rispondendo a valori di risparmio e sostenibilità abbiamo deciso di aspettare istruzioni, che poi quel giorno non sono mai arrivate,  tutti insieme seduti in una sola macchina per evitare inutili sprechi di benzina e materiale inquinante. Da quel momento in poi non ci siamo più lasciati! Tra di noi e` nata un’alchimia più unica che rara, un qualcosa di cui non avevo ricordo dai tempi delle vacanze estive al lido di Volano nel periodo dell’adolescenza  dove in poco tempo strinsi rapporti di una profondità esagerata che tuttora coltivo e conservo gelosamente. 4 persone con percorsi di vita diversi ma tutto sommato anche simili, insomma, sembrava un reality,  metti 4 sconosciuti in una macchina, lasciali macerare per qualche tempo e vedi cosa esce… dopo un paio d’ore se non prima i nostri discorsi erano tipo così: 

– Faccia di merda passami quel coso alle tue spalle …. – Toh stronzo….. – Ma non quello rincoglionita! Che cazzo hai capito!

Mamma mia che spettacolo! Potrà far inorridire molti ma io ci sono cresciuto con questo gergo! (e sì… se ancora non sei disgustato/a sappi che in macchina c’erano un veneto, un toscano e due giapponesi sposate con italiani… sono uscite anche delle parole tra un insulto e una bestemmia!)

Descrivere quello che e` successo poi mi riesce ancora troppo difficile. Probabilmente non ho ancora metabolizzato del tutto e comunque non ho nemmeno le competenze linguistiche per farlo…. una sintonia imbarazzante, e` come se in un attimo ci fossimo catapultati di nuovo nella nostra adolescenza, se ci fossimo tolti di dosso le nostre pesanti vesti di coniugi e genitori e fossimo rimasti solo noi, Andrea, Christian, Etsuko e Yoko. Non il papa` o la mamma di, non il marito o la moglie di… noi,  solo noi, liberi da tutto, liberi da noi stessi e dai nostri sensi di colpa, liberi di tirar tardi la sera bevendo una birra dietro l’altra ridendo come dei matti senza che i sensi di colpa venissero mai a farci visita. Un esperienza nell`esperienza più unica che rara. Io che ero un “uomo in missione” mi sono ritrovato con la necessità più che il desiderio, di uscire la sera e di riappropriarmi di Andrea, quel ragazzo  cresciuto a serate come queste e che negli ultimi anni ha trascurato il suo essere per un fine forse più ambizioso. Durante tutto il mese trascorso a Tokyo non ho solo avuto modo di incontrare il mio me 27enne quindi, IO ERO l`Andrea 27enne! Ed e` stato fantastico fino a quando non e` finito! Era infatti chiaro a tutti che quella non fosse la vita vera, ma non ci abbiamo pensato più di tanto! Solo al momento degli addii, l’ultimo giorno, ci siamo sciolti in un caloroso abbraccio e abbiamo capito quanto importante fosse stata per tutti noi quell`esperienza. Un’esperienza che almeno personalmente mi ha sradicato dal mio centro di gravità permanente per dirla alla Battiato e mi ha scaraventato in un turbinio di emozioni contrastanti che mi hanno fatto vacillare per un attimo. E no, ad onor di vero, non mi e` mancata poi cosi tanto la mia famiglia lungo quel periodo, troppo preso dall`ansia durante le ore lavorative e troppo preso da Andrea nel restante periodo. Sia chiaro, nessuno di noi ha fatto nulla di cui dover pentirsi o di cui debba scusarsi con qualcuno però ecco, il troppo piacere alle volte fa davvero male quando finisce.

Cosa mi porto a casa quindi da questa esperienza?

1) Sicuramente meno soldi del previsto! Ancora non mi hanno pagato ma le birre hanno un costo e io questo costo non l’avevo preventivato! Nel complesso e` stata un esperienza importante, ho sicuramente aggiunto un capitolo nuovo nel libro della mia vita dopo centinaia di pagine tutte uguali. Spesso mi sento al telefono con vecchi amici e i loro ricordi importanti si fermano tutti intorno ai 20 -25 anni, insomma a prima di metter su famiglia. Io fortunatamente a 40 anni passati continuo ad archiviare future storie da raccontare.

2) Gia lo sapevo ma… non sono un coglione! Solo perché vivo determinate esperienze con un’ansia maggiore rispetto ad altri non vuol dire che io valga meno di loro, anzi in più di un’occasione la loro saccenza si e` rivelata un arma a doppio taglio ed hanno fatto errori che io con la mia umiltà non avrei commesso.

3) Il futuro tuo e della tua famiglia e` importante ma… anche Andrea e` importante! Ora che l’hai ritrovato vedi di non metterlo ancora nel dimenticatoio così a lungo! Puoi fare entrambe le cose, andare a vivere al mare e ritagliarti i tuoi spazi, sposta i paletti un po più in là se non ti senti più a tuo agio con il confine, perché se non lo fai tu  loro continueranno a venire verso di te rischiando di farti soffocare!

Per finire una menzione  alle mie brevi scorribande notturne in solitaria quando appena staccato dal lavoro, prima di rimessare l’auto nel parcheggio di Shiodome, che di notte tra l’altro si popolava di giovani che lavavano e si scambiavano pezzi delle loro supercar a mo di fast and furious (sarebbe da farci un post dedicato su sta cosa), mi facevo un giro per le strade deserte di Tokyo e forte del mio lasciapassare sul parabrezza, attraversavo i ponti illuminati di questa strepitosa metropoli che ho imparato ad amare sicuramente più di Kyoto e, ascoltando a tutto volume la mia musica preferita pensavo….. ma guarda te questo coglione dove e` arrivato! Non  c’entri un cazzo tu qui, eppure….. “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora.”

Scorci di Tokyo in notturna durante le Olimpiadi 2020

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